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Cronaca

La mappa della criminalità in provincia: gli interessi delle mafie locali e le infiltrazioni sul territorio

L'analisi aggiornata contenuta nella nuova relazione della Dia del secondo semestre 2021: da Scarface alle intimidazioni per il commercio del pesce sui mercati di Latina

La mappa della criminalità organizzata e delle infiltrazioni nella provincia pontina descritta dalla nuova relazione della Direzione investigativa antimafia del secondo semestre 2021.

"Le mafie in provincia di Latina - si legge nel capitolo dedicato al territorio pontino - come noto sono presenti già dalla fine degli anni ottanta, quando oltre il clan dei Caselesi aveva acquistato terreni, rustici e altri immobili nell’area di Borgo Montello che furono successivamente sequestrati a seguito di attività investigative corroborate dalle prime collaborazioni con la giustizia di alcuni elementi di vertice. Si confermerebbe infatti allo stato attuale che la città di Latina e la sua provincia sarebbero permeate dalle infiltrazioni derivanti da numerose proiezioni di clan camorristici dei Moccia, Caselesi, Bardellino, Mallardo, Gagliardi-Fragnoli, Ricci, Di Lauro, Polverino e Lo Russo, nonché di cosche di ‘ndrangheta fra cui spiccano i Tripodo- Romeo, La Rosa, Bellocco, Alvaro e Commisso, talvolta anche in osmosi tra loro". Dalla relazione della Dia emerge che non solo le mafie tradizionali sono in grado di convivere tra loro ma non disdegnano di fare affari anche con organizzazioni criminali prevalentemente autoctone. Queste ultime in particolare manifestano la volontà di perseguire i propri interessi con modalità mafiose anche sulla scia delle consorterie criminali più strutturati e forti.

Quali sono dunque le attività illegali principali? Quella più remunerativa, anche sul territorio pontino, resta legata allo spaccio di sostanze stupefacenti, ma la Dia cita anche il business dei rifiuti e quello del cemento, il riciclaggio e le agromafie e il caporalato. "Appare verosimile - si legge ancora  nella relazione - l’interesse delle organizzazioni criminali a tentare di infiltrarsi e condizionare anche gli ambiti delle amministrazioni locali attraverso rapporti collusivi e talvolta anche di corruttela, finalizzati ad agevolare il rilascio di concessioni edilizie o l’aggiudicazione di appalti nei settori pubblici". 

Un particolare focus è dedicato alla città capoluogo e al clan rom dei Di Silvio, a cui, sulla base delle risultanze delle operazioni Alba Pontina e Alba Pontina 2, è stata riconosciuta l'aggravante del metodo mafioso. La Dia cita in particolare la grossa operazione condotta dalla polizia a ottobre del 2021 denominata Scarface, con 33 arresti per associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, furto, detenzione e porto abusivo di armi. Il ramo della famiglia colpito questa volta è quello che fa capo a Giuseppe Di Silvio detto Romolo.

Non mancherebbero poi le ingerenze del clan per scambio elettorale politico mafioso, nell’ambito del quale il 14 luglio 2021 la polizia di Stato, supportata da unità territoriali dei carabinieri, ha arrestato un imprenditore del settore dei rifiuti, Raffaele Del Prete, e un suo collaboratore che per procacciare voti alla lista "Noi con Salvini", avrebbero corrisposto somme di denaro al clan. La Dia cita poi l'inchiesta del 9 settembre del 2021, nei confronti di tre soggetti ritenuti responsabili a vario titolo di numerosi reati fra cui la tentata estorsione e atti di illecita concorrenza, commessi con l’aggravante del metodo mafioso. L'obiettivo era imporre attraverso reiterate minacce un regime di monopolio nel commercio al dettaglio di prodotti ittici nei mercati di Latina e di Cisterna. Infatti attraverso le indagini si è risaliti anche ad un imprenditore ittico che forniva impulso alle condotte estorsive consumate all’interno dei mercati di Latina e di Cisterna di Latina vantando di poter contare sulla “protezione” della criminalità organizzata locale.

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