Odio sul web, Latina adotta il Manifesto della comunicazione non ostile
Delibera di giunta del Comune di Latina per una battaglia culturale contro il clima che avvelena il web e che impedisce il confronto
Su iniziativa degli assessori Silvio Di Francia, Cristina Leggio e Gianmarco Proietti il Comune di Latina, con una delibera di giunta municipale, ha adottato il Manifesto per la comunicazione non ostile dell’associazione culturale Parole O_Stili di Trieste per promuovere un uso consapevole e responsabile della comunicazione attraverso i dieci punti del manifesto e perché vengano rispettati i princìpi di collaborazione e reciproco rispetto tra pubblica amministrazione e cittadini.
“Più di cinquant'anni fa una grande scrittrice, Natalia Ginzburg, sosteneva la "necessità di tornare a scegliere le parole, a scrutarle se vere o false". Oggi - recita la delibera - più che mai nella storia del progresso umano, l'avvento rapidissimo e straordinario della rete web ha offerto a ciascuno l'accesso alla comunicazione e un diritto di parola prima impensabili, ma reca con sé la responsabilità delle parole che si scelgono e la libertà di non usarle per offendere, mentire e diffamare. Le parole possono così, con una forza inedita, tornare a escludere e discriminare, ferire e colpire persone, famiglie, gruppi sociali e comunità. Sui social media, ma non solo, si manifesta un’aggressività che travolge ogni limite e fa dell'oggetto della propria avversità non un avversario, ma un nemico da abbattere e umiliare. Si instaura così un clima di contrarietà diffusa che travolge ogni discorso razionale, impedisce il confronto e avvelena la stessa coesione sociale.
"Non si propone qui la difesa dell'amministrazione pubblica - e di chi la rappresenta - dalle critiche - si legge ancora nel testo - anche aspre e severe, da parte dei cittadini; al contrario un clima avvelenato dalle minacce e dall'ostilità che si manifesta nella rete produce un rumore assordante che impedisce ogni dialettica e persino il conflitto tra idee diverse, Non si tratta, dunque, di limitare la libertà di espressione anche nei confronti di chi ne abusa, si può, però, proporre una battaglia culturale contro l'uso di parole ostili e contrastare i danni che producono".
L'iniziativa del Manifesto registra quindi una prima reazione tesa a promuovere un uso consapevole del linguaggio sia da parte degli utenti della rete che da parte di chi ricopre cariche politiche o istituzionali.
