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Cronaca

Omicidio D'Arienzo, Tarozzi si difende: "Ero convinto che si trattasse di un incidente stradale"

Il ragazzo, ai domiciliari per favoreggiamento, è stato interrogato dal giudice e ha detto di essere arrivato sul posto quando la vittima era già a terra

Ha risposto a tutte le domande del giudice raccontando i suoi movimenti la notte del 30 agosto dello scorso anno, quella della morte di Erik D’Arienzo.

Andrea Tarozzi, il 32enne raggiunto da ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari con l’accusa di favoreggiamento nell'indagine per omicidio, questa mattina è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Giorgia Castriota in un lungo colloquio durante il quale si è difeso e ha spiegato perché le versioni da lui fornite nel corso dei diversi interrogatori fossero in qualche punto contrastati tra loro.

Il giovane, assistito dall’avvocato Antonio Orlacchio, ha spiegato che quella sera era rimasto a dormire da Andrea Moretto, fratello di Fabrizio: quest’ultimo era arrivato in piena notte dicendo che c’era stato un incidente e era tornato con loro due sul luogo dove si trovava D’Arienzo, a terra e gravemente ferito. Poi erano arrivati nell’ordine una pattuglia di carabinieri e un’ambulanza per soccorrere il 28enne che sarebbe poi deceduto in ospedale dopo una settimana di agonia. “A me sembrava davvero che fosse stato vittima di un incidente - ha ribadito Tarozzi al gip – e le ferite che presentava sembravano davvero le conseguenze di un incidente come aveva raccontato Fabrizio Moretto”.

A conclusione dell’interrogatorio la difesa ha presentato una richiesta di revoca degli arresti domiciliari sulla quale il gip si è riservato di decidere all’esito del parere dei pm Claudio De Lazzaro e Martina Taglione.

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