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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio Moro, coinvolti nel delitto anche Antoniogiorgio Ciarelli e Ferdinando Pupetto Di Silvio

L'esecuzione rafforzò il sodalizio tra i due clan rom contro i gruppi criminali non rom capeggiati da Moro

Una faida tra gruppi criminali del capoluogo. Da una parte le famiglie rom Ciarelli-Di Silvio, dall'altra il gruppo rivale non rom che faceva capo a Mario Nardone e Massimiliano Moro. L'obiettivo era conquistare il controllo delle attività criminali sul territorio pontino e proprio in questa guerra crimnale, scatenata nel 2010, si inserisce l'omicidio di Massimialiano Moro. Già lo scorso febbraio in quattro erano finiti in carcere, 11 anni dopo il delitto: Andrea Pradissitto di 31 anni, Simone Grenga di 35 anni, Ferdinando Ciarelli detto Furt di 58 anni e Ferdinando Ciarelli detto Macù di 39 anni. Ora i nuovi arresti di Antoniogiorgio Ciarelli, 41enne, Ferdinando Di Silvio detto Pupetto, 32enne, e anche Ferdinando Ciarelli Macù, quest'ultimo scarcerato in precedenza dal Riesame per un vizio di forma e sottoposto questa mattina a una nuova ordinanza cautelare per gli stessi reati, ridefiniscono meglio il quadro entro il quale maturò il delitto di Moro e le dinamiche criminali che si muovevano nel capoluogo. 

La guerra criminale tra gruppi rom e gruppi non rom

La vittima intendeva infatti acquisire il pieno controllo dei traffici illeciti sulla piazza di Latina esautorando le famiglie rom dei Ciarelli, capeggiata da Carmine, e Di Silvio, capeggiata invece da Romolo, Carmine e Armando detto Lallà. La partecipazione all'omicidio di esponenti di entrambi i clan, con la presenza di Antoniogiorgio Ciarelli e di Ferdinando Pupetto Di Silvio, rafforza i legami tra le due famiglie e apre una nuova fase determinata dalla presenza di un sodalizio trasversale che impone il suo potere contro i gruppi rivali.

Il ruolo degli arrestati nel delitto Moro

Grazie alle dichiarazioni del nuovo collaboratore di giustizia Andrea Pradissitto, che si uniscono a quelle già rese da Renato Pugliese e Agostino Riccardo, gli investigatori accertano che a casa di Moro, quella sera del 25 gennaio 2010, salirono Simone Grenga, considerato esecutore materiale del delitto, e Ferdinando Ciarelli detto Macù. Ma sotto l'abitazione della vittima, c'erano proprio Antoniogiorgio Ciarelli e Ferdinando Di Silvio detto Pupetto.

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