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Cronaca

Omicidio Moro, Ferdinando Macù e Antongiorgio Ciarelli non rispondono al giudice

Il secondo ha però detto di essere estraneo all'agguato compiuto in piena guerra criminale nel gennaio 2010. Il ruolo del pentito Pradissitto

Sono stati interrogati questa mattina Antoniogiorgio Ciarelli e Ferdinando Di Silvio detto “Pupetto”, rispettivamente fratello di Carmine Ciarelli e  figlio di Armando Lallà Di Silvio e Ferdinando Ciarelli detto Macù, colpiti da ordinanza cautelare per l’omicidio di Massimiliano Moro, ucciso a colpi di pistola nella sua abitazione nel quartiere Q5 il 25 gennaio 2010.

Secondo i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma  i tre facevano parte del gruppo che organizzò e portò a termine l’esecuzione insieme a Simone Grenga, Ferdinando Furt Ciarelli e Andrea Pradissitto, quest’ultimo diventato nel frattempo collaboratore di giustizia. Questa mattina gli ultimi tre arrestati sono stati ascoltati dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma Francesco Patrone che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare.

Ferdinando Ciarelli Macù, assistito dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Anche Antongiorgio Ciarelli, difeso dall’avvocato Giammarco Conca, ha deciso di non rispondere alle domande del magistrato ma ha voluto comunque rendere dichiarazioni spontanee: ha detto di essere estraneo all’omicidio Moro e ha anche ricordato come la sua posizione, già presa in esame all’epoca della prima inchiesta della Procura di Latina sul delitto, era stata archiviata.

La riapertura delle indagini da parte della Dda a dieci anni di distanza è stata possibile grazie alle dichiarazioni di Pradissitto che all’epoca faceva parte del gruppo che ideò l’uccisione di Moro come reazione alla gambizzazione di Carmine Ciarelli.

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