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Cronaca

Operazione 'Commodo', l'accusa chiede quattro anni di carcere per Luca Di Pietro

Il processo con rito abbreviato per una delle sei persone coinvolte nell'inchiesta contro lo sfruttamento dei lavoratori e il caporalato

Quattro anni di carcere e 150mila euro di multa. Questa la richiesta dell’accusa nei confronti di Luca Di Pietro, una delle sei persone colpite da ordinanza di custodia cautelare a gennaio 2019 nell’ambito delloperazione ‘Commodo’ contro il caporalato.

Di Pietro, impegnato nel trasporto e nella vigilanza dei braccianti e formalmente presidente della cooperativa Agri Amici considerata al centro dell’organizzazione criminale dedita allo sfruttamento del lavoro ed al caporalato ai danni di centinaia di stranieri impiegati in lavori agricoli in condizioni disumane, ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato e questa mattina è comparso davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina Giuseppe Molfese. Il pubblico ministero Giuseppe Miliano ha chiesto una condanna a quattro anni di reclusione, poi l’udienza è stata rinviata al 23 marzo prossimo quando la parola passerà alla difesa, rappresentata dall’avvocato Giovanni Codastefano, e all’unica parte civile costituita, l’Inps prima che il giudice entri in camera di consiglio per la sentenza.

Per quanto riguarda gli altri imputati, Marco Vaccaro, all’epoca dei fatti sindacalista Fai Cisl, Luigi Battisti titolare della cooperativa Agri Amici, Daniela Cerroni, Nicola Spognardi, dipendente dell’Ispettorato del lavoro e Chiara Battisti, hanno scelto il rito ordinario  e il processo a loro carico è in corso davanti al Tribunale di Latina.

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