Operazione 'Nico', De Monaco era stato prima trasferito poi sospeso dal servizio per sei mesi
In Comune si erano accorti, dopo alcune segnalazioni, che qualcosa non andava nel rilascio delle autorizzazione allo scarico delle acque
Che qualcosa non andasse nella gestione di alcune pratiche in Comune se ne erano accorti già da tempo. Tanto che Nicolino De Monaco, 55 anni, geometra presso l’ufficio ambiente dell’ente, da ieri agli arresti domiciliari, era stato trasferito al settore Anagrafe. Poi, sei mesi fa, in seguito ad un provvedimento della Commissione disciplinare del Comune, era arrivata la sospensione dal servizio per una durata di sei mesi e senza stipendio: un provvedimento pesante mai adottato fino a quel momento in piazza del Popolo e che il 55enne peraltro non ha mai impugnato.
Il termine dei sei mesi scadeva proprio ieri quando De Monaco sarebbe dovuto rientrare al lavoro se non fossero arrivati i carabinieri ad arrestarlo insieme a Christian Pietrosanti, avvocato 50enne del capoluogo, attualmente sospeso in seguito a un provvedimento disciplinare. A loro la Procura della Repubblica contesta a vario titolo i reati di concussione e corruzione e reati legati agli stupefacenti.
De Monaco in particolare pretendeva somme di denaro da cittadini e imprenditori per concedere l’autorizzazione allo scarico di acque reflue, denaro che gli serviva per acquistare droga per uso personale. Le segnalazioni di qualche utente che non trovava riscontro alle proprie pratiche ha indotto il Comune a segnalare quanto stava accadendo ai carabinieri ed è così partita l’indagine coordinata dal sostituto procuratore Valentina Giammaria: le intercettazioni telefoniche e ambientali, con le cimici piazzate anche sull’auto del geometra, hanno consentito di scoprire quanto accadeva da tempo. Ieri l’epilogo dell'operazione denominata 'Nico', dal soprannome del principale indagato, con gli arresti su provvedimento cautelare firmato da giudice per le indagini prelminari Mario La Rosa.