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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Operazione 'Scarabeo', gli arrestati: "Non sapevamo della truffa per ottenere i prestiti"

Il gip ha ascoltato le sette persone finite agli arresti domiciliari: hanno tutte avuto finanziamenti nonostante non avessero i requisiti

Sono state interrogate questa mattina in Tribunale a Latina le sette persone finite agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione ‘Scarabeo’ e chiamate a rispondere a vario titolo, insieme ai sei finiti in carcere, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale, falsa attestazione della presenza in servizio del pubblico impiegato, autoriciclaggio, contraffazione di pubblici sigilli, sostituzione di persona, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, abuso d’ufficio, favoreggiamento e corruzione.

Il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario ha ascoltato Nicola Natalizi, ex agente di Polizia e amico del dipendente di via Ezio Francesco Santangelo, e la compagna Serena Capponi, entrambi assistiti dall’avvocato Giancarlo Vitelli.

I due hanno risposto alle domande del magistrato e si sono difesi proclamando la propria buona fede rispetto all’ottenimento di consistenti finanziamenti attraverso la contraffazione dei cedolini delle buste paga. Analoga la versione fornita da Loredana Mattoni, difesa dall’avvocato Oreste Palmieri: la donna ha prodotto peraltro la documentazione relativa alle rate del finanziamento che sta regolarmente pagando. La difesa di tutti e tre ha depositato una richiesta di revoca del provvedimento di arresti domiciliari e il gip si è riservato in attesa del parere del pubblico ministero.

Sono stati inoltre interrogati Giovanna Villani, difesa dall’avvocato Donnarumma, la dipendente della Asl che con il metodo utilizzato dal gruppo è riuscita ad ottenere tre finanziamenti, Serenella Mura, assistita dagli avvocati Oropallo e Giglio; Fortunato Capasso, difeso dall’avvocato Di Domenico. Tutti hanno negato di essere a conoscenza delle truffe messe in atto per ottenere i finanziamenti mentre Claudia Muccitelli, assistita dall’avvocato Giulio Mastrobattista, si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

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