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Cronaca

Operazione Scarabeo, l'indagine partita da una fuga di notizie sulle occupazioni abusive al Colosseo

I dettagli dell'inchiesta condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Latina che ha portato all'arresto di 13 persone, tra le quali il dipendente infedele della Procura Francesco Santangelo

Truffe finanziarie alla banche e alle società di credito, ma anche fuga di notizie dalla Procura di Latina su indagini e procedimenti in corso. Sono i due filoni che emergono dall'inchiesta che ha portato all'operazione "Scarabeo", che ieri, 28 ottobre, ha portato all'arresto di 13 persone, tra cui Francesco Santangelo, dipendente della Procura di Latina e figura di spicco nonché promotore dell'intera organizzazione.

L'indagine stessa, condotta dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale, ha origine da una fuga di notizie relativa ad un altro procedimento penale assegnato al sostituto procuratore Giuseppe Bontempo e legato alle occupazioni abusive di alcuni alloggi di proprietà dell'Inps del complesso residenziale Colosseo. Il pm aveva chiesto al giudice del tribunale di Latina il sequestro preventivo di alcune porzioni immobiliari dello stabile che erano state illegittimamente occupate senza titolo e le indagini hanno rivelato che molti occupanti abusivi erano già stati informati degli sgomberi.

Operazione Scarabeo: i nomi degli arrestati

Da qui parte la nuova inchiesta che ruota intorno alla figura del dipendente infedele della Procura e che porta a scoprire un sistema di truffe messe in atto ai danni delle banche e società di credito attraverso due diverse modalità: da una parte la contraffazione dei cedolini e delle buste paga di chi richiedeva i prestiti falsificando così i redditi per dimostrare una maggiore solvibilità del debitore, dall'altra l'oscuramento della situazione patrimoniale del debitore presso la centrale rischi (Crif) con l'occultamento di eventuali insolvenze o debiti pregressi. Un sistema dunque messo in piedi da Francesco Santangelo e da Sergio Andrea Di Barbora, Marco Scarselletti, Giorgio Vidali, Marco Capoccetta e Giuseppe Cotugno, tutti destinatari di un'ordinanza cautelare in carcere. I primi tre come "promotori e organizzatori della compagine", gli altri come partecipi dell'organizzazione che offrivano un contributo fondamentali dirottando verso il gruppo tutti i clienti delle loro società finanziarie che non riuscivano ad ottenere prestiti tramite il circuito regolare e legale di credito.

All'organizzazione si erano rivolti anche dipendenti pubblici della Asl e comunali per avere somme in prestito attraverso l'alterazione delle buste paga e la sospensione delle posizioni al Crif. Tra i beneficiari, destinatari della misura cautelare ai domiciliari, figura anche un ex poliziotto in servizio presso la Procura di Latina e vecchia conoscenza di Santangelo, Nicola Natalizi. 

Santangelo operava però su più fronti, non solo quello dell'intermediazione finanziaria abusiva ma era anche un punto di riferimento per le notizie relative ad indagini in corso in Procura, compresa quella che lo riguardava. Proprio dalla Procura, come accertato nell'inchiesta, in particolare dall'ufficio di un'altra dipendente indagata a piede libero, erano uscite le informazioni relative al procedimento sulle occupazioni al Colosseo.

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