rotate-mobile
Cronaca

Ristoranti, locali e spesa gratis per i Di Silvio: la mappa delle estorsioni nel dettaglio

I componenti del clan usavano la loro forza intimidatoria. La prenotazione della cena al mare per festeggiare la scarcerazione di 'Patatino'

Spadroneggiavano per Latina e dintorni mettendo a segno estorsioni di ogni genere utilizzando il metodo tipicamente riconducibile alle mafie “caratterizzato dalla prospettazione di ogni possibile ritorsione in chiave plurale: dalla spendita del cognome quale segno di appartenenza al sodalizio al riferimento ai precedenti giudiziari degli appartenenti al gruppo per coartare la volontà delle vittime”.

A fare le spese del comportamento intimidatorio di componenti e affiliati del clan di Giuseppe Di Silvio detto Romolo - finiti ieri in carcere con l'operazione 'Scarface' - negozi, ristoranti, pub, locali notturni i cui titolari si sono dovuti piegare alle minacce.

Scarface: i nomi degli arrestati

Le cene gratis a Latina e Anzio

Tra questi c’è ristorante di Anzio dove ad aprile 2019 Costantino Di Silvio detto Costanzo telefona per chiedere di preparare un tavolo per i suoi nipoti aggiungendo che poi passerà lui a saldare il conto. E alle rimostranze del titolare, conseguenza di una serie di conti pregressi rimasti insoluti, Di Silvio alza la voce e precisa: “Sono Costantino da Latina… ohh.. Di Silvio”, frase che piega di fatto le velleità del ristoratore. E dalle numerose conversazioni telefoniche intercettate emerge che “il trattamento ottenuto dai sodali dell’organizzazione dal titolare è il frutto di una costante e pressante intimidazione”. Non è andata meglio al titolare di un ristorante al lido di Latina presso il quale ad aprila 2019 Ferdinando Di Silvio ‘Prosciutto’ prenota in tavolo per festeggiare suo fratello Antonio ‘Patatino’ appena uscito dal carcere. “E’ uscito mio fratello dopo dieci anni de galera, veniamo a fa’ ‘na cena, ‘na cosa tutti in famiglia”. Il ristoratore cerca invano di ricordare che ci sono ancora conti da saldare ma inutilmente tanto che il giorno dopo i due convengono che potranno ancora andare a mangiare lì gratis naturalmente. La lista dei locali scelti dal clan include anche pub dove il gruppo consumava senza pagare con modalità sempre uguali e spendendo il proprio cognome come elemento di intimidazione.

La spesa in frutteria e l'acquisto di scarpe

Ma ci sono anche altre attività commerciali che si sono dovute piegare. Una frutteria in centro a Latina dove “sin dall’apertura e per tutto il 2018 le donne del clan andavano a ritirare prodotti ortofrutticoli senza corrispondere il denaro dovuto”. “Solo nel 2018 – ha raccontato il titolare agli investigatori – avrò consegnato merce per un valore di circa 500 euro”.

E poi ancora acquisti in negozi di abbigliamento; in un caso il titolare era costretto a vendere loro merce ad un prezzo inferiore al 50% temendo ritorsioni.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ristoranti, locali e spesa gratis per i Di Silvio: la mappa delle estorsioni nel dettaglio

LatinaToday è in caricamento