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Cronaca

'Ottobre rosso', la parte offesa in aula ridimensiona la tentata estorsione

Udienza del processo a carico di Gianluca Tuma, Gino Grenga e Stefano Mantovano: riflettori puntati su due assegni scoperti

Parola alla parte offesa oggi nell’udienza del processo ‘Ottobre rosso’ che vede sul banco degli imputati Gianluca Tuma, Gino Grenga e Stefano Mantovano, accusati a vario titolo di intestazione fittizia di società e tentata estorsione, accuse per le quali erano finiti in carcere a novembre 2021.

Questa mattina in aula è stato ascoltato l’uomo dalla cui denuncia era partita l’indagine. L’uomo aveva ricevuto da Tuma  due assegni del valore complessivo di circa 7mila euro che avrebbe dovuto incassare per poi consegnare il denaro allo stesso Tuma salvo poi scoprire che erano scoperti. Tuma e Mantovano avevano iniziato a perseguitare il soggetto, chiedendo la restituzione del denaro. Partendo da questo episodio era emerso poi, attraverso una serie di accertamenti patrimoniali, che Tuma, nonostante fosse sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, di fatto gestiva alcune attività di ristorazione a Latina e in altri centri della provincia.

In aula il teste, interrogato prima dal pm Andrea Sgarrella poi dai difensori Oreste Palmieri, Luca Melegari e Leone Zeppieri, ha escluso di essere stato minacciato spiegando che aveva accettato di incassare gli assegni per fare un favore a Tuma che conosceva da tempo e che si trovava in stato di necessità. L’udienza è stata aggiornata al 1 luglio prossimo quando saranno ascoltati gli altri testi dell’accusa.

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