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Cronaca

Giudice di pace verso la paralisi, a breve non sarà possibile neppure predisporre i ruoli delle udienze

Mignano scrive al Presidente del Tribunale: "In servizio sono rimasti solo due addetti alla cancelleria e due funzionari per gestire 15mila pratiche l'anno"

Riflettori puntati ancora una volta sull’Ufficio del Giudice di pace di Latina dove la carenza di personale rischia seriamente di produrre un blocco totale dell’attività dell’ufficio.

Parola del commissario straordinario dell’Ordine degli avvocati Giacomo Mignano che ha scritto una lettera al presidente del Tribunale Caterina Chiaravalloti per denunciare come l’ufficio di via Vespucci stia andando verso la paralisi asssoluta visto che con il venir meno di tre dipendenti addetti alla cancelleria civile ora a gestire le circa 15mila pratiche annue ci sono soltanto due addetti alle cancellerie, una funzionaria e il dirigente che lavora ininterrottamente dal lunedì alla domenica.  

‘Dopo un brevissimo periodo di ripresa – scrive Mignano – con l'applicazione del protocollo di luglio 2020 che ha ridotto gli accesi nella cancelleria civile consentendo una più rapida acquisizione degli atti giudiziairi, l’Ufficio del Giudice di pace sta tornando nel caos più assoluto. Nonostante l’encomiabile attività dei due funzionari il servizio rischia la totale paralisi visto che in queste condizioni può essere garantita la mera ricezione degli atti. Al momento ci sono oltre 300 decreti ingiuntivi e 150 sentenze da pubblicare e l’accumulo è destinato necessariamente ad aumentare in considerazione della mole di provvedimenti che i Got applicati stanno depositando. E’ facile prevedere – aggiunge – che a breve si arriverà al blocco totale dell’attività dell’ufficio essendo a rischio anche la predisposizione dei ruoli di udienza. In un momento così difficile è necessario scongiurare questa grave deriva’.

Mignano chiede dunque al presidente del Tribunale di chiedere l’applicazione temporanea di almeno due unità del personale del Tribunale presso l’Ufficio del giudice di pace per un periodo di sei mesi utilizzando nella scelta il criterio della minore anzianità di servizio ‘provvedendo nel contempo a sollecitare il Ministero della giustizia ai fini dell’adozione degli opportuni provvedimenti tesi a garantire il funzionamento minimo dell’ufficio’.

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