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Cronaca

Processo 'Scheggia', un altro pentito contro Agostino Riccardo

Ascoltato in aula un ex appartenente al clan Zizzo di Fondi che ha raccontato che l'ex componente del clan Di Silvio "voleva incastrare la Cetrone"

Nuova udienza oggi davanti al Tribunale di Latina del processo 'Scheggia'  carico di Gina Cetrone, dell’ex marito Umberto Pagliaroli, di Armando Lallà Di Silvio e del figlio di quest’ultimo Gianluca accusati di estorsione, atti di illecita concorrenza, violenza privata, oltre ad una serie di illeciti con l’aggravante delle modalità mafiose nell’ambito della campagna elettorale per le consultazioni amministrative di Terracina del 2016 alle quali l’ex consigliera regionale era candidata.  

In aula è stato ascoltato, su richiesta dell’avvocato Lorenzo Magnarelli. Difensore della Cetrone, un pentito ex appartenente al clan Zizzo operante nella zona di Fondi. Angelo Riccardi, collegato dalla località protetta dove vive in quanto ammesso al programma di protezione, per un periodo è stato detenuto nello stesso carcere dove si trovava Agostino Riccardo, collaboratore della Direzione distrettuale antimafia. Riccardi racconta del terrore che l’ex componente del clan Di Silvio incuteva agli altri ospiti della casa circondariale e riferisce anche come dicesse apertamente che “avrebbe fatto qualsiasi cosa per distruggere la Cetrone” e che l’Antimafia “pendeva dalle sue labbra”.

Un racconto che il pubblico ministero Luigia Spinelli mette in discussione sottolineando come il programma di protezione non gli sia stato rinnovato non 2020 avendo la Dda dato parere negativo, circostanza che ha indotto il collaboratore a fare due ricorsi al Tar’ in secondo dei quali è ancora in attesa di sentenza. E’ stato inoltre ascoltato un assistente di polizia che a giugno 2016 aveva fermato a Terracina tre persone tra cui Riccardo e il pregiudicato Matteo Lombardi nella cui auto c’erano manifesti elettorali del candidato sindaco Corradini in una delle cui liste correva anche Gina Cetrone. I tre raccontarono al poliziotto che dovevano essere pagati per le attività elettorali svolte. Si torna in aula il 12 luglio per completare l’esame dei testi della difesa.

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