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Cronaca

Omicidio Moro, il teste in aula: "Non ricordo. Forse ero ubriaco"

Il ragazzo era una vittima di Ciarelli e Pradissitto ma oggi davanti alla Corte di assise non ha confermato le dichiarazioni rese all'epoca

Testimone decisamente poco collaborativo questa mattina nell’udienza del processo per l’omicidio di Massimiliano Moro davanti alla Corte di assise di Latina tanto da essere redarguito dal presidente Gian Luca Soana che gli ha ricordato che poteva essere indagato per falsa testimonianza.

Il testimone in questione nel 2011 era stato vittima di Ciarelli e Pradissitto che gli avevano dato in prestito alcuni assegni ma, a fronte di quanto aveva dichiarato alle forze dell’ordine all’epoca, oggi di fatto non ha confermato. Nella precedente udienza non si era presentato e questa mattina è arrivato in Tribunale con l’accompagnamento coatto degli agenti di polizia municipale. Fin dall’inizio dell’esame da parte del pubblico ministero Luigia Spinelli si è mostrato reticente spiegando che aveva mal di denti e che quindi non era in grado di rispondere. Poi, nonostante le dichiarazioni rese a verbale, ha dichiarato di non conoscere Valentina Ciarelli, moglie di Pradissitto e quando gli è stato ricordato che all’epoca aveva dichiarato cose diverse ha risposto: “Perché quando l’ho detto ero ubriaco”. L’accusa ha quindi finito l’interrogatorio mentre il presidente della Corte lo ha ammonito sull’eventuale falsa testimonianza.

Poi è stata conclusa l’audizione del pentito Renato Pugliese contro esaminato dall’avvocato Alessandro Diddi, legale di  Ferdinando Ciarelli detto “Macù” che siede sul banco degli imputati con Simone Grenga,  Antongiorgio Ciarelli e Ferdinando Pupetto Di Silvio per omicidio premeditato aggravato dai motivi abietti con l'aggravante di avere agito con metodo mafioso. Il figlio di Costantino Cha Cha Di Silvio ha risposto per un’ora ricostruendo i suoi rapporti con Massimiliano Moro per il quale all’epoca lavorava e poi ha riferito come il cugino Giuseppe Pasquale Di Silvio, figlio di Armando Lallà, gli avesse raccontato che ad uccidere Moro nel gennaio 2010 in piena guerra criminale erano stati gli attuali imputati.  Di Silvio. Fu lui a raccontargli dell’omicidio Moro e dei responsabili oggi alla sbarra.

Il processo è stato aggiornato al 27 marzo prossimo quando saranno ascoltati dal pm altri due collaboratori di giustizia, Agostino Riccardo e Andrea Pradissitto.

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