Processo 'Reset', così i Travali e i Di Silvio estorcevano denaro a commercianti e professionisti
Nel processo per associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso parlano altre vittime. Ma alcune cercano di ridimensionare i fatti
Sono ancora le vittime di estorsioni le protagoniste della nuova udienza del processo ‘Reset’ che vede sul banco degli imputati Angelo Travali, Salvatore Travali, Costantino Cha Cha Di Silvio, Gian Luca Ciprian, Alessandro Zof, George Valeriu Cornici, Luigi Ciarelli, Davide Alicastro, Ermes Pellerani, Cristian Battello, Fabio Benedetti, Antonio Giovannelli, Silvio Mascetti, Alessandro Anzovino, Antonio Peluso e Valentina Travali, chiamati a rispondere a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, estorsioni aggravate anch’esse dal metodo mafioso.
In una lunga udienza durata fino al tardo pomeriggio di oggi davanti al Tribunale di Latina presieduto da Laura Morselli sono stati ascoltati altri testimoni dell’accusa, rappresentata in aula dai pubblici ministeri Luigia Spinelli e Francesco Gualtieri della Direzione distrettuale antimafia. A raccontare i soprusi subiti nel periodo compreso tra il 2015 e il 2020 da esponenti del clan peraltro mai denunciati per paura alcuni commercianti, titolari di aziende e professionisti. E quasi tutti hanno cercato in qualche modo di ridimensionare la gravità dei fatti anche quando, come accaduto ai titolari di un’azienda casearia, un apio di appartenenti al gruppo che si erano presentati per riscuotere un credito per conto di un altro imprenditore, hanno mimato il gesto della pistola.
I proprietari di alcuni noti negozi del centro cittadino hanno cercato di far passare gli acquisti di merce a prezzi irrisori o addirittura gratis per sconti riservati ai clienti. Soltanto uno dei testi comparsi in aula ha raccontato di essere stato costretto a pagare migliaia e migliaia di euro a Francesco Viola (già condannato con rito abbreviato a 16 anni) e Agostino Riccardo (che in veste di pentito ha fornito agli investigatori gli elementi per costruire l’indagine) e di avere pagato anche a costo di chiedere il denaro alla madre per paura di ritorsioni.
Si torna in aula il 12 maggio per proseguire con l'audizione dei testi.