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Cronaca

Processo 'Scheggia', parla il socio dell'imprenditore minacciato dalla Cetrone e dai Di Silvio

E il Tribunale acquisisce la sentenza definitiva della Cassazione che ha condannato i penti Pugliese e Riccardo per 'Alba Pontina'

Nuova udienza questo pomeriggio in Tribunale del processo a carico dell’ex consigliera regionale Gina Cetrone, l’ex marito Umberto Pagliaroli, Armando Lallà Di Silvio, i figli Gianluca e Samuele, chiamati a rispondere a vario titolo di estorsione, atti di illecita concorrenza e violenza privata. Reati aggravati dal metodo mafioso.

In apertura dell’udienza il legale della Cetrone, l’avvocato Lorenzo Magnarelli, ha chiesto un’integrazione probatoria con l’acquisizione di nuovi documenti e l’audizione di alcuni testi contestando alla Procura antimafia il mancato inserimento di questi nel fascicolo processuale. Si tratta in particolare di informative della Questura del giugno 2016 con le quali all’epoca venne disposto un servizio di appostamento a tutela dell’ex consigliere regionale contro eventuali aggressioni da parte di Agostino Riccardo. Per la difesa è necessario acquisire quelle disposizioni e ascoltare in aula quattro agenti di polizia giudiziaria. I pubblici ministeri dell’Antimafia, Corrado Fasanelli e Luigia Spinelli, si sono opposti per la tardività della richiesta ma il Tribunale si è riservato di decidere.

Il secondo collegio penale, presieduto da Caterina Chiaravalloti, ha poi ascoltato un altro teste dell’accusa, il direttore commerciale dell’azienda abruzzese di Massimo Bartoccini, minacciato per un debito con Vetritalia di Cetrone e Pagliaroli e costretto a pagare con le intimidazioni dei figli di Armando Di Silvio, Samuele e Gianluca, e Agostino Riccardo.

In aula rispondendo ai pm l’uomo ha raccontato che il giorno in cui Bartoccini andò a Terracina per parlare con i due imprenditori del suo debito per risolvere la questione, ricevette alcune sue telefonate. L’imprenditore gli disse che c’erano problemi e di richiamarlo a breve, ha aggiunto che era preoccupato per come si stavano mettendo le cose tanto di dirgli che se non lo avesse sentito doveva avvisare le forze dell’ordine.

A conclusione della testimonianza i pubblici ministeri hanno chiesto l’acquisizione da parte del Tribunale della sentenza di quale giorno fa con cui la Corte di cassazione ha condannato definitivamente i penti Agostino Riccardo e Renato Pugliese nell’ambito dell’inchiesta ‘Alba Pontina’. I due collaboratori di giustizia infatti hanno svolto un ruolo fondamentale anche nell’indagine ‘Scheggia’ raccontando come funzionava l’organizzazione del clan di Lallà Di Silvio.

La prossima udienza è fissata per il 21 giugno prossimo.

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