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Cronaca

Compravendita di voti di tipo mafioso, slitta il processo: giudici incompatibili

Il collegio penale chiamato a giudicare Raffaele Del Prete e Emanuele Forzan si è occupato di 'Alba pontina' a carico dei Di Silvio

E’ stato subito rinviato il processo a carico dell’imprenditore dei rifiuti Raffaele Del Prete e del suo collaboratore Emanuele Forzan chiamati a rispondere di scambio elettorale politico di tipo mafioso nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma che aveva portato al loro arresto.

Questa mattina in apertura della prima udienza il collegio penale composto da Soana, Velardi e Nadile ha dichiarato di doversi astenere essendo incompatibile ed ha rimesso gli atti al Presidente del Tribunale. L’impossibilità di potersi occupare del procedimento è conseguente al fatto che i giudici hanno condotto il processo ‘Alba pontina’ nei confronti del clan di Armando Di Silvio e questa seconda indagine coinvolge una parte degli imputati dell’altro processo.

L’inchiesta sul Del Prete e Forzan, nata dalle rivelazioni del pentito Agostino Riccardo ha portato alla luce una compravendita di voti nella campagna elettorale per le amministrative di Latina del 2016: secondo gli investigatori il collaboratore di giustizia, all’epoca componente del gruppo criminale, sarebbe stato e ingaggiato per raccogliere voti a favore di Matteo Adinolfi, all’epoca candidato alla guida della lista ‘Noi con Salvini’ che in questo procedimento è indagato. Del Prete avrebbe pagato 45mila euro ad alcuni componenti del clan Di Silvio per ‘acquistare’  voti per il capolista nei quartieri controllati dal gruppo.

L’udienza è stata aggiornata al 6 aprile quando sarà resa nota la decisione del Presidente del Tribunale.

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