rotate-mobile
Cronaca

Relazione della Dia: così i clan hanno messo le mani sull'economia pontina

Il rapporto semestrale al Parlamento racconta come si sono evoluti sul territorio i rapporti tra le organizzazioni criminali

Il Lazio e il territorio pontino nella relazione semestrale della Direzione Investigativa antimafia. Il nuovo rapporto della Dia, che prende in esame il secondo semestre del 2020, tra luglio e dicembre 2020, fa riferimento alla presenza diversificata di organizzazioni criminali, “espressione di qualificatissime proiezioni soprattutto di camorra e ‘ndrangheta, che convivono e all’occorrenza fanno affari con quelle autoctone”. Nel complesso quadro criminale della provincia viene menzionato il clan Di Silvio, la cui operatività, per mezzo di tentati omicidi e atti intimidatori di vario generi, “può a tutti gli effetti essere ricondotta ai canoni dell’azione mafiosa”.

Il clan Di Silvio

Proprio in riferimento al clan Di Silvio, la Dia cita l’operazione Movida Latina condotta nel 2020 dalla polizia e conclusa con l’arresto di cinque persone vicine al clan accusate a vario titolo di associazione di stampo mafioso, rapina, estorsione, atti persecutori, violenza privata e reati legati agli stupefacenti. Il metodo, tipicamente mafioso, era caratterizzato dal prospettare ritorsioni e “protezione” sia ad attività commerciali che a privati.

I tentacoli delle 'ndrine calabresi

Un altro approfondimento riguarda invece, sempre sul territorio, la mafia calabrese, “da tempo saldamente rappresentata a nord e a sud del capoluogo pontino, da soggetti che rispondono a ‘ndrine storiche come i Bellocco, i La Rosa- Garruzzo, i Tripodo, gli Alvaro, gli Aquino Coluccio, i Commisso e i Gallace”. Ma ad Aprilia sono presenti anche esponenti della famiglia Gangemi, “notoriamente vicina ai reggini De Stefano”. Particolarmente significativo proprio in tale contesto un decreto di sequestro eseguito il 27 luglio 2020 dalla Guardia di finanza nei confronti di un reggino da anni residente nella provincia pontina e gravato, sin dagli anni ‘90, da diverse sentenze di condanna definitive. A settembre del 2020, nell’ambito dell’operazione Cleaning, la guardia di finanza ha eseguito poi un decreto di confisca nei confronti degli eredi di un reggino considerato elemento di vertice del clan Tripodo- Trani, deceduto nel 2019 e condannato per associazione di tipo mafioso.

Gli interessi della camorra

Ma il territorio pontino è appetibile anche per le organizzazione campane, in quanto rappresenta una naturale area di delocalizzazione per replicare traffici illeciti. “Territori – si legge nella relazione che possono agevolmente prestarsi oltre che al rifugio per latitanti al riciclaggio e al reimpiego dei capitali nei settori dell’edilizia e del commercio soprattutto nel circuito agroalimentare e della ristorazione”. Nell’area pontina ci sono dunque elementi attivi dei clan di camorra facenti capo ai Casalesi, ai Moccia, ai Mallardo, ai Giuliano e ai Licciardi. Il 1 luglio del 2020, nell’ambito dell’operazione Touch & Go, i carabinieri hanno eseguito una misura cautelare a carico di 22 persone ritenute responsabili di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, armi, minaccia e violenza privata. Il gruppo, sotto la guida di due fratelli di Secondigliano, puntava a monopolizzare lo spaccio nella località di Scauri.

Il riciclaggio dei capitali

La relazione della Dia cita inoltre l’operazione del settembre scorso “Dirty Glass”, che ha portato a un provvedimento cautelare nei confronti di 12 soggetti accusati di reati fiscali, estorsione aggravata dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, falso, corruzione, riciclaggio, rilevazione di segreti d’ufficio. Al centro dell’inchiesta Luciano Iannotta, elemento di spicco dell’imprenditoria pontina.

Le confische patrimoniali sul territorio pontino

Ancora nel campo dell’attività di prevenzione indirizzata ai patrimoni illeciti, a luglio 2020 a Santi Cosma e Damiano la Finanza ha eseguito un decreto di confisca nei confronti di un imprenditore ritenuto contiguo ai Gallo-Limelli-Vangone. L’attenzione degli interessi criminali resta poi costante sul Mof, il Mercato ortofrutticolo di Fondi, interessato dall’operazione “Aleppo 2”, a marzo del 2020. La relazione della Direzione investigativa antimafia elenca inoltre l’operazione Home banking conclusa dalla Finanza nel mese di luglio 2020, nei confronti di una “collaudata organizzazione criminale che aveva la propria cabina di regia nel capoluogo e dedita alla sistematica frode fiscale e alla commissioni di reati contro la persona, il patrimonio e reati di natura tributaria”.

Il caporalato

Infine il tema del caporalato, con la recente operazione Job Tax che il 19 aprile 2021 ha portato ad indagare 7 persone per associazione a delinquere dedita allo sfruttamento della manodopera straniera, estorsione e impiego illecito di fitofarmaci non autorizzati. Tra gli arrestati, i responsabili di un’importante azienda ortofrutticola con cinque siti produttivi di San Felice Circeo e Terracina.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Relazione della Dia: così i clan hanno messo le mani sull'economia pontina

LatinaToday è in caricamento