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Cronaca

Processo 'Scarface': "Così il clan di Giuseppe Romolo Di Silvio intimidiva e picchiava"

In aula il racconto del pentito Renato Pugliese sui metodi di stampo mafioso utilizzati dal capo del gruppo criminale di Campo Boario

Nuova udienza questa mattina davanti al Tribunale di Latina del processo a carico di sei delle 33 persone coinvolte nell’indagine ‘Scarface’ che nell’ottobre 2021 ha decapitato il clan capeggiato da Giuseppe Di Silvio detto Romolo.

Sul banco degli imputati ci sono processo Ferdinando Di Silvio detto Pescio, figlio di Costantino “Patatone” Di Silvio; Casemiro Cioppi; Daniel De Ninno; Giulia De Rosa; Domenico Renzi e Marco Maddaloni che hanno scelto di essere giudicati con il rito ordinario. Le accuse nei loro confronti sono a vario titolo associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, spaccio di droga, furto, detenzione e porto abusivo di armi, reati aggravati dal metodo mafioso e da finalità di agevolazione mafiosa.

Oggi in aula è proseguito l’esame di Renato Pugliese da parte del pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia Luigia Spinelli. Il collaboratore di giustizia ha fornito ulteriori dettagli sul profilo criminale di Giuseppe Romolo Di Silvio, sul funzionamento del gruppo che guidava e sui metodi utilizzati nella gestione degli affari. Pugliese ha raccontato di come Antonio Fusco detto ‘zi Marcello avesse fatto da tramite tra il capo ed un giovane di Latina che aveva contratto un pesante debito per droga - più di 30mila euro – e di avere ottenuto un dilazionamento nel pagamento aggiungendo che dietro allo stesso Fusco c’erano personaggi quali patrizio Forniti e Sergio Gangemi. Il racconto è proseguito con il reclutamento da parte di Romolo, appena uscito dal carcere, di Michele Petillo, “il migliore spacciatore sulla piazza di Latina al quale non si poteva dire di no” sottratto al clan rivale dei Travali.  E ancora la ricostruzione del pestaggio di Andrea Falzarano, massacrato di botte davanti e dentro casa dei Di Silvio per poi arrivare a definire, su richiesta del pm, la figura di Luigi Ciarelli. “Lui e i fratelli Carmine e Ferdinando – ha sottolineato – hanno fatto la storia dell’usura a Latina: hanno distrutto tante persone e in pochi hanno denunciato”.

Il processo è stato aggiornato all’11 aprile quando saranno gli avvocati difensori a esaminare Pugliese.

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