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Cronaca

Casa di prostituzione, la donna arrestata non risponde alle domande del giudice

Nel corso dell'interrogatorio di garanzia la 57enne di Latina accusata di induzione e sfruttamento è rimasta in silenzio

E’ rimasta in silenzio avvalendosi della facoltà di non rispondere la donna arrestata nei giorni scorsi dai carabinieri del Comando provinciale di Latina con le accuse di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Erik D’Arienzo e attraverso alcune intercettazioni era emerso che un pregiudicato del capoluogo pontino, indagato per l'omicidio e per traffico di sostanze stupefacente, era entrato in possesso di un video a contenuto sessuale che ritraeva una donna intenta ad avere un rapporto con un cliente. Lo stesso indagato aveva poi contattato la donna in questione minacciandola più volte di divulgare le immagini se non avesse avuto un rapporto sessuale anche con lui.

La vittima dell'estorsione era stata a quel punto identificata e ascoltata dai carabinieri e aveva raccontato di lavorare per la 57enne: gli accertamenti avevano così rivelato che dal 2019 e fino al 2022 la 57enne si era occupata di gestire l'attività di prostituzione di alcune donne, procurando loro i clienti con cui era in contatto, reperendo i luoghi in cui di volta in volta avvenivano gli incontri sessuali e accompagnandole di persone, per poi prendere una percentuale sugli incassi dell'attività.

Ieri l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Giuseppe Molfese nel corso del quale la donna, assistita dall’avvocato Alessandro Farau si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Per ora resta dunque in carcere.

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