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"Scarcerate mio figlio": la rabbia e le urla della madre di Tuma davanti alla stanza del giudice

Momenti di tensione in Tribunale, la donna fermata e portata fuori dai carabinieri. Solidarietà dell'Associazione magistrati al gip Cario

Momenti di tensione questa mattina all’interno del Tribunale di Latina quando la madre di Gianluca Tuma, attualmente detenuto presso il carcere di Latina dopo essere stato arrestato nell’ambito dell’operazione ‘Ottobre Rosso’ con Gino Grenga e Stefano Mantovano per i reati di estorsione e fittizia intestazione di beni, è salita al primo piano del Palazzo di giustizia dove si trovano gli uffici del gip ed ha iniziato ad urlare chiedendo che il figlio fosse scarcerato.

Le urla della donna erano indirizzate in particolare al giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario, firmatario dell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere Tuma. Quest’ultimo da un paio di settimane sta attuando lo sciopero della fame e della sete a via Aspromonte e questa mattina la madre urlava: “Lo state uccidendo”. Le grida hanno determinato l’intervento dei carabinieri in servizio all’interno del Tribunale che hanno preso la donna e l’hanno convinta a scendere al piano terra e poi ad uscire dall’edificio mentre in piazza Buozzi è arrivata anche un’auto della Polizia avvisata di quanto stava accadendo.

La vicenda ha determinato naturalmente la reazione della sezione pontina dell’Associazione Nazionale Magistrati. “L’Anm è costretta nuovamente ad intervenire – scrive Valerio De Luca, Presidente della Sottosezione di Latina - per esprimere indignazione sul gravissimo episodio di aggressione che ha subito in data odierna il giudice Giuseppe Cario all’interno del Tribunale. Si tratta di un tentativo intimidatorio oltraggioso, ancora più grave in quanto avvenuto all’interno del Palazzo di Giustizia, rivolto contro il lavoro coraggioso di un magistrato che si trova ad operare in una realtà complessa e difficile, caratterizzata da una elevata densità criminale alla quale sono esposti tutti gli operatori della Giustizia. Riteniamo imprescindibile – prosegue la nota - ribadire che la magistratura pontina risponde compatta ad ogni tentativo di delegittimazione e di minaccia alla propria integrità. I magistrati di Latina sono pienamente solidali con il giudice Cario e sono certi che niente indebolirà il suo operato e nessuna intimidazione minerà la sua serenità di giudizio.

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