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Cronaca

Truffa online con le auto di lusso: sgominata l'organizzazione. Indagati anche a Latina

L'operazione della Guardia di Finanza di Udine. Oltre 1.300 le vittime accertate in tutta Italia. Procedure di immatricolazione aggirate anche grazie agli uffici del capoluogo

Una truffa per la compravendita online di auto di lusso. Le vittime sono oltre 1.300, residenti nelle diverse regioni italiane. L'organizzazione è stata sgominata dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'operazione Cars Lifting, che tocca anche Latina. Già nel marzo scorso erano state indagate 18 persone per la commercializzazione di auto di pregio di provenienza tedesca (Porsche, Mercedes, Audi, Bmw) ed erano stati disposti provvedimenti di sequestro per 5 milioni di euro.

Nel corso di nuove indagini i militari hanno potuto ricostruire i ruoli dei componenti del gruppo che operava in tutta Italia evadendo il fisco per oltre 35 milioni euro. Grazie ad alcune agenzie di pratiche automobilistiche, il cui ruolo è al vaglio degli inquirenti, la struttura criminale riusciva, presso alcuni uffici del Dipartimento Trasporti Terrestri, tra cui la motorizzazione di Latina, a sottrarsi alle disposizioni di legge 'antievasive' che non consentono l'immatricolazione di veicoli usati di provenienza comunitaria (e quindi il rilascio dei libretti di circolazione e delle targhe), riuscendo così versare l'Iva. Per aggirare la procedura di immatricolazione veniva presentata una documentazione falsa, completa di firme false di ignari acquirenti.

Dai finanzieri è stato inoltre accertato il perfezionamento di operazioni di vendita con l'incasso di anticipi e talvolta dell'intero corrispettivo (anche per 30/40 mila euro), senza che poi si provvedesse alla consegna effettiva dell'auto, per la quale spesso si avviano più trattative di vendita con più acquirenti. Il Giudice delle indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Udine, ha emesso altri due provvedimenti di arresto nei confronti di membri del sodalizio criminale, già eseguiti dalla Guardia di Finanza, che ha inoltre determinato altri provvedimenti sugli assetti patrimoniali dei 20 indagati, residenti nelle province di Pordenone, Udine, Roma, Latina, Palermo. Treviso, Gorizia e Padova.

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