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Cronaca

"Una morte tra troppi ritardi e sottovalutazioni dei medici: non archiviate il caso"

In udienza preliminare la vicenda di un medico Di Fondi rimasto ferito e deceduto al Goretti dopo poche ore

I familiari chiedono che vengano accertate le responsabilità per la morte del dottor Giovanni Marcone, portato all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina in seguito al morso di un cane e morto a distanza di poche ore per cause ancora tutte da stabilire. La vicenda è arrivata all’esame del giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina Giorgia Castriota sotto forma di una opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura da parte dei familiari che ritengono ci siano state molte omissioni da parte dei sanitari che si sono occupati dell’uomo.

La vicenda risale al 9 settembre 2018 quando Marcone, 60enne psichiatra di Fondi, cade a terra e batte la testa dopo essere stato morso ad un braccio in modo non grave da un cane. La ferita alla testa invece è ampia e il medico, che prende farmaci anticoagulanti, inizia a perdere molto sangue. Viene chiamata l’ambulanza che però, come racconta la moglie nella sua denuncia, arriva dopo 17 minuti con a bordo soltanto un infermiere mentre la situazione degenera e l'emorragia non si ferma. Così viene chiamata l’eliambulanza che trasporta il ferito al Goretti di Latina. Qui soltanto dopo un’altra attesa per suturare la ferita il medico viene ricoverato non in rianimazione, ma in medicina di urgenza dove non ci sono macchinari per monitorare il cuore, nonostante il paziente abbia alcuni bypass. Nella notte muore per quello che per il referto è un arresto cardio circolatorio.

Ma la moglie, Carmen Lilli Di Biasio, è convinta che il marito, se i soccorsi non fossero arrivati tardi e e fosse stato adeguatamente monitorato, si sarebbe sicuramente salvato. Così è riuscita a far aprire un’inchiesta dalla Procura, inchiesta che è rimasta contro ignoti, e senza che sia ipotizzato alcun reato. Il consulente della famiglia nominato assieme all’avvocato Ermanno Martusciello, ha individuato un nesso di stretta causalità tra la ferita al capo, l’emorragia e il decesso mentre per i consulenti della Procura tali ipotesi sarebbero infondate. Ieri in udienza il legale della famiglia di Giovanni Marcone ha motivato la sua opposizione alla richiesta di archiviazione e il gup si è riservato di decidere.

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