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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Molestava le pazienti minorenni, radiologo condannato a quattro anni e due mesi

Il professionista, dipendente della Asl, era accusato di violenza sessuale aggravata: filmava anche le vittime a loro insaputa

Quattro anni e due mesi di carcere. Questa la condanna inflitta dal giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Roma Corrado Cappiello a Roberto De Vita, il 58enne radiologo della Asl di Latina finito agli  arresti domiciliari a gennaio 2021 con le accuse di violenza sessuale aggravata nei confronti di alcune pazienti minorenni ed esercizio abusivo della professione. Il processo, che si è svolto con il rito abbreviato su richiesta dei legali dell'imputato - gli avvocati Luca Giudetti e Laura Bove - si è concluso oggi con una condanna ad una pena inferiore rispetto a quella sollecitata dall'accusa che aveva chiesto sette anni e quattro mesi.

L'uomo è stato anche condannato all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, all’interdizione dalla professione per due anni e otto mesi, all’interdizione perpetua da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni pubbliche frequentate prevalentemente da minori. Inoltre, una volta scontata la pena, sarà obbligato a tenere informate le forze dell’ordine sulla propria residenza e su eventuali spostamenti.

Nel procedimento, oltre alla Asl di Latina, settevittime si sono costituite parte civile con gli avvocati Maria Belli, Gigliola Turrini, Daniele La Salvia e Maria Antonietta Cestra e sarà poi il giudice civile a stabilire l'entità del risarcimento del danno a loro favore.

Gli accertamenti sul professionista erano inziati dopo la denuncia di una ragazza minorenne alla quale durante una radiografia alla schiena presso 'ambulatorio della Asl di piazza Celli era stato chiesto di spogliarsi completamente e quando era rimasta  nuda il radiologo l’aveva palpeggiata sul seno e nelle parti intime. Lei aveva raccontato tutto alla madre e poi aveva presentato una denuncia in Questura  siegando anche di avere avuto la sensazione di essere ripresa con un cellulare. Ed è proprio sequestrando il telefono di De Vita che gli investigatori hanno capito che non era il primo caso visto che il cellulare conteneva  le riprese di molte altre 22 pazienti, filmate a loro insaputa molte delle quali minorenni.

Oggi la condanna a quattro anni e due mesi di reclusione.


 

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