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La protesta

Liceo Classico occupato, l’incontro con il prefetto. Gli studenti: “Una protesta simbolica”

Soddisfazione espressa dai rappresentanti d’istituto dopo il confronto di questa mattina: “L’incontro è stato molto proficuo e ringraziamo il prefetto, ci siamo sentiti ascoltati. Alla dirigente chiediamo il dialogo”

C’è stato questa mattina l’incontro tra una delegazione degli studenti del liceo Classico Dante Alighieri, da ieri in stato di occupazione, e il prefetto di Latina Maurizio Falco. Un momento di confronto importante per i ragazzi a 24 ore dalla decisione di occupare la scuola dopo lo sciopero bianco e le proteste dei giorni scorsi.

Una mobilitazione che era iniziata a causa del malfunzionamento dei termosifoni e che aveva portato anche ad un sit in all’esterno dell’istituto di viale Mazzini ma che ha fatto emergere tutta una serie di problematiche all’interno del Liceo che sono state esposte dagli studenti in un documento; problematiche in parte legate alla vita quotidiana all’interno della scuola come ad esempio la possibilità di utilizzare la palestra, l’auditorium, come anche i cortili o gli spazi esterni per la ricreazione tenendo sempre conto delle disposizioni anti-Covid-19, ma che sono soprattutto figlie, spiegano gli studenti, di un malcontento per un rapporto complicato con la dirigenza scolastica, di un mancato dialogo e di mancate risposte.

Oggi all’incontro con il prefetto, a cui ha preso parte anche il presidente facente funzioni della Provincia Domenico Vulcano, erano presenti i rappresentanti d’istituto del Classico Paolo Marcelli, Silvia Orsini e Andrea Coronella.

L’incontro è stato molto proficuo - ha detto Paolo Marcelli al termine della riunione -. Il prefetto ci ha tenuto a chiarire con noi quali sono le normative anti-Covid 19 vigenti nelle scuole e ci ha fornito informazioni e soluzione alle nostre domande legate ai problemi come la riapertura della palestra o la possibilità di riappropriarci di spazi esterni per la ricreazione. Abbiamo finalmente avuto risposte concrete ai nostri dubbi e alle nostre domande”.

“Ci teniamo a ringraziare il prefetto e il presidente della Provincia per averci incontrato; abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con altre istituzioni che non siano solo la scuola e questo ci fa molto piacere. Ci siamo sentiti ascoltati”.

Ma cosa fare ora? “Ancora non abbiamo parlato per valutare il da farsi. Di parole fino ad ora ne abbiamo ricevute tante e stiamo aspettando fatti concreti da parte della dirigenza. Quella che abbiamo messo in pratica è una protesta simbolica; al di là delle richieste pratiche ci sono altri problemi con la dirigente. Cerchiamo un dialogo, vogliamo anche noi rispetto; vogliamo essere ascoltati senza essere attaccati. Se ci fosse stato dialogo tra di noi non saremmo arrivati a questa occupazione”.

Una occupazione come abbiamo detto simbolica. “Questa protesta deve anche essere il pretesto per dire la nostra, per spiegare che vogliamo una scuola più proficua per il futuro, diversa da quella che abbiamo oggi. Ci sta offrendo anche la possibilità di confrontarci con momenti di incontro con esperti come quello che abbiamo avuto anche con l’ex assessore alla Scuola Gianmarco Proietti. Ma ne stiamo organizzando anche di altri, vogliamo parlare di lavoro e di come di come vorremmo che fosse davvero la scuola”. 

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