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Cronaca

Legambiente sulle mafie: “Serve una nuova cultura della legalità”

Il presidente Parlati: "Per battere la criminalità organizzata serve un rinnovato senso dell'interesse pubblico, un lavoro congiunto di istituzioni, forze dell'ordine e associazioni"

L’operazione Golfo di ieri, che ha inflitto un duro colpo al caln Bardellino, cellula camorristica dei Casalesi nel Sud Pontino, non poteva non generare strascichi. Dal lato c’è chi in maniera orgogliosa si congratula con le forze dell'ordine per il duro colpo inflitto alla criminalità organizzata che sempre più piede sta prendendo nella nostra provincia e in generale nel Lazio, dall’altro c’è chi prende l’episodio come uno spunto per una riflessione più approfondita. 

“Sulle mafie e sulla criminalità a mancare fino ad oggi è stata spesso l'attenzione delle Istituzioni locali, mentre le forze dell'ordine e le procure hanno sempre compiuto un lavoro importantissimo pur con mezzi e strumenti troppe volte inadeguati” afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio.
 

LE CONSIDERAZIONI - Rifiuti, cemento illegale, abusivismo edilizio sono i terreni fertili che negli ultimi anno la criminalità organizzata ha ritrovato nel Lazio e a Latina, nel sud della provincia come nel nord. Ma secondo Parlati, l’enorme portata del problema non si ridurrebbe a queste pur banali considerazioni, stando soprattutto alla luce dei fatti degli ultimi giorni. “C’è anche una pericolosa presenza di colletti bianchi che lavorano con pezzi delle amministrazioni, sostenendo interessi particolari e criminali. Nel Lazio pochi anni fa per la prima volta nella storia della Repubblica il Comune di Nettuno è stato sciolto per mafia, mentre quello di Fondi è stato a lungo sotto inchiesta come quello di Ardea – ricorda il presidente di Legambiente -. Per battere la criminalità organizzata e le illegalità diffuse serve un rinnovato senso dell'interesse pubblico e generale, un lavoro congiunto di istituzioni, forze dell'ordine e associazioni, ognuno nel rispetto del proprio ruolo”.

E allora come fare? Come agire? Secondo Parlati “servono azioni concrete, azioni di controllo degli appalti, azioni di prevenzione che non spettano a procure e forze dell'ordine nonostante spesso la compiano lo stesso, oltre che attività di educazione alla legalità e supporto ai cittadini che continuamente inviano segnalazioni.” Proprio su questo rapporto con i cittadini, la cui collaborazione e sensibilizzazione diventa fondamentale, è intervenuta anche Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio: “I cittadini vanno coinvolti, come è avvenuto con l'Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente in questi anni, e speriamo perciò che la Regione Lazio voglia presto rinnovare il sostegno a questa iniziativa. Da un lato continuano gli illeciti diffusi, ma dall'altro si radicano organizzazioni criminali con troppi casi nei quali ci sono legami con amministrazioni locali ben oltre i livelli di guardia, soprattutto nel Sud Pontino. Per questo chiediamo al nuovo ministro dell'Interno di valutare l'apertura di una sede Dia a Latina.”

I DATI - Nel Lazio, analizzando il Rapporto Ecomafie realizzato da Legambiente grazie alla collaborazione delle Forze dell'Ordine e della Magistratura, si evidenzia che nel quadriennio 2007-2010, si sono verificate 11.274 infrazioni in campo ambientale; sono 9.274 le persone denunciate.

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