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Cronaca Centro / Via Don Giovanni Minzoni

Mercato coperto, quale sede? Gli operatori preferiscono l’ex Consorzio Agrario

Sondaggio di Latina Bene Comune al quale hanno risposto più della metà degli operatori attuali: la maggior parte preferisce restare nella sede di via Don Minzoni anche se necessita di alcuni interventi. Ma c'è la questione della Casa della Musica

Preferiscono restare nell’attuale sede dell’ex Consorzio Agrario. E’ questa la volontà degli operatori del mercato coperto che hanno aderito ad un sondaggio organizzato da Latina Bene Comune che ha rivolto loro un questionario.

Un questionario, a cui ha risposto più della metà degli operatori, che arriva a quasi due anni dal trasferimento, provvisorio, - era il 15 gennaio 2014 - del mercato annonario dalla tradizionale sede di via Don Morosini a quella di via Don Minzoni.

“Tutti gli operatori presso il mercato annonario di Latina, attualmente collocato in via provvisoria nei capannoni dell’ex Consorzio Agrario di via Don Minzoni, si sono trovati d’accordo sulla situazione di precarietà e insicurezza in cui versa la struttura - spiegano da Latina Bene Comune -. Tra l’altro molti sono a conoscenza dei rilievi fatti dai Vigili del Fuoco la scorsa primavera, puntualmente trasmessi all’amministrazione comunale, rispetto alla situazione di scarsa agibilità del mercato, con il conseguente rischio di chiusura”.

MERCATO ANNONARIO, QUALE SEDE? - Questa la domanda che in particolare mette in evidenza i dati più importanti. “Diversa e curiosamente caratterizzata per età e sesso è invece la valutazione sull’opportunità di rimanere nella collocazione attuale oppure tornare nell’immobile di Via Don Morosini - illustra Lbc -. Per la prima ipotesi si sono schierate le persone anziane e di sesso femminile, mentre per il ritorno al vecchio “mercato coperto” si sono espressi gli uomini e i più giovani.

La maggior parte degli intervistati, ai quali LBC rivolge il proprio ringraziamento, ha comunque espresso la preferenza per far restare il mercato nella collocazione attuale, pur se necessitante di una maggiore organizzazione sia per l’edificio (pavimento, porte, pioggia dal soffitto e finestre) che per l’intera area (parcheggi e viabilità). Si tratta di un auspicio probabilmente dettato dalla percezione di ulteriore precarietà e insicurezza nel doversi spostare di nuovo, che comunque deve fare i conti con la destinazione finale, già impressa da tempo, all’intera struttura”.

IL PROGETTO - Ricordiamo che lo spostamento del mercato annonario si era reso necessario a causa dell’inagibilità dell’immobile di via Don Morosini e dell’ipotesi di una sua ristrutturazione con l’ennesimo “project financing”. “Una soluzione, quella della finanza di progetto - proseguono da Latina Bene comune -, voluta dalle amministrazioni passate che è finita a sua volta nelle aule del Tribunale di Latina, come già avvenuto per l’affidamento di altri servizi pubblici (vedasi, tra tutte, la vicenda del cimitero): la ditta che aveva ottenuto l’incarico per ristrutturare e gestire il nuovo mercato ha chiesto il risarcimento di un milione di euro.

A questo problema fa da contraltare l’ingarbugliata vicenda della Casa della Musica e della relativa Biblioteca, i cui locali sono stati consegnati nel febbraio scorso dal Comune all’Associazione DMI (Dizionario della Musica Italiana). Tali locali si trovano all’interno dello stesso edificio che ospita il mercato annonario. Quello della Casa della Musica è un progetto avviato oltre dieci anni fa ed è stato fortemente voluto sia dalla comunità culturale di Latina che dal Maestro Claudio Paradiso (rappresentante dell’Associazione DMI): un progetto al quale LBC non intende assolutamente rinunciare e per questo individua la soluzione nell’immediata ristrutturazione e adeguamento normativo dell’edificio di Via Don Morosini.

Trattandosi di investimenti produttivi - conclude Lbc -, i soldi necessari possono essere reperiti con l’accensione di un apposito mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti che sarà garantito dalle entrante derivanti dall’affitto di altre strutture di proprietà dell’ente: in particolare dello stadio comunale, della piscina del palazzetto dello sport e di altri impianti finora misteriosamente ignorati dalle riscossioni dell’amministrazione”.
 

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