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L'indagine della finanza

Frode fiscale internazionale: maxi sequestro per oltre 3 milioni di euro

Il sistema scoperto dalla guardia di finanza di Nettuno ruotava intorno a una società che operava nel commercio di articoli elettro medicali e che in realtà era inattiva da anni

Un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali è stata eseguita dai finanzieri del comando provinciale di Roma nei confronti di 9 persone indagate per le ipotesi di reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione, occultamento e/o distruzione di scritture contabili e bancarotta fraudolenta. Si tratta di un provvedimento che costituisce l'epilogo di un'indagine avviata nel 2020 dalla compagnia di Nettuno, che ha consentito di scoprire una frode fiscale internazionale da parte di una società che opera nel commercio di articoli elettro medicali. La stessa società, inattiva per diversi anni, a partire dal 2019 aveva improvvisamente incrementato il proprio volume di affari.

Gli accertamenti della finanza fatto emergere che l’azienda, che pubblicizzava sul proprio sito internet una consolidata esperienza nel settore della commercializzazione di dispositivi medicali pur essendo priva di una sede effettiva, dei mezzi e del personale necessari allo svolgimento dell’attività, in pochi mesi aveva emesso fatture per oltre 15 milioni di euro senza adempiere ad alcun obbligo fiscale. Gli approfondimenti dei finanzieri di Nettuno hanno permesso di accertare che il rappresentante legale dell’ente era un prestanome retribuito con poche centinaia di euro mensili e che la società cartiera veniva in realtà utilizzata da altri soggetti per realizzare un complesso sistema di frode.

Lo schema fraudolento prevedeva che l'azienda simulasse la cessione di inesistenti articoli medicali di una nota multinazionale americana (del tutto estranea ai fatti) ad altri soggetti economici nazionali che, sempre sulla carta, li vendevano a una società lituana la quale, a sua volta, li rivendeva a un’altra società inglese, per poi farli ritornare in Italia e così ricominciare il giro. L’ingegnoso sistema consentiva alle persone giuridiche nazionali di detrarre iva e costi inesistenti mentre la acrtiera non versava imposte. L’organizzazione aveva predisposto anche una documentazione fotografica della merce, in realtà inesistente, da produrre in nel caso di controlli da parte degli organi accertatori, predisponendo confezioni su cui venivano applicate etichette che riproducevano il logo della multinazionale americana e il codice a barre degli articoli, tutti creati con appositi programmi informatici e stampati in house o presso tipografie romane. Gli indagati, alcuni dei quali con precedenti specifici, durante le investigazioni, hanno sostituito la società nettunese con un’altra analoga avente sede a Napoli.

Oltre alle misure cautelari personali i finanzieri hanno eseguito il sequestro preventivo di beni mobili, immobili, quote societarie e conti bancari, per un valore di oltre 3 milioni di euro.

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