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Cronaca Cori

Uccise l’ex datore di lavoro a Cori, condannato a sedici anni di carcere

La sentenza del gup per l’omicidio di Armando Martufi, titolare del centro ippico di Cori

E’ stato condannato a sedici anni di reclusione Singh Gabbar, l’indiano accusato di avere ucciso Armando Martufi, noto imprenditore di Cori.

La sentenza del processo, che si è svolto con rito abbreviato in udienza preliminare, è arrivata questo pomeriggio quando il gup del Tribunale di Latina Giorgia Castriota è uscita dalla camera di consiglio ed ha letto il provvedimento che ha riconosciuto Gabbar colpevole di omicidio e rapina. Il magistrato ha accolto quasi totalmente la richiesta Giuseppe Bontempo che nella scorsa udienza aveva chiesto una condanna a diciotto anni di carcere.

I fatti oggetto del processo risalgono al 31 dicembre 2017 quando una discussione tra la vittima, titolare del maneggio Fontana del Prato di Cori e l’imputato, che aveva lavorato presso la struttura ippica, era degenerata. Oggetto del contendere, secondo quanto raccontato dall’indiano, la rivendicazione di vedersi pagare la retribuzione per alcuni mesi di lavoro. Gabbar, secondo la ricostruzione degli investigatori, avrebbe aggredito Martufi colpendolo alla testa e provocandogli gravi ferite tanto che l’uomo, trasportato all’ospedale Goretti, era morto dopo un mese di agonia.

Oggi l’ultima udienza con l’intervento di uno dei legali di parte civile, l’avvocato Amleto Coronella, che si è associato alle richieste dell’accusa e del difensore dell’imputato, l’avvocato Maria Teresa Fiore, prima che il gup entrasse in camera di consiglio e ne uscisse con la sentenza di condanna a 16 anni.

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