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Cronaca

Uccise la suocera a botte, a giudizio per omicidio volontario aggravato

Antonino Salvatore Zappalà accusato di avere picchiato Nadia Bergamini, invalida, nell'appartamento dove abitavano nei pressi del Morbella a Latina

E' stato rinviato a giudizio per omicidio volontario aggaravto e resistenza a pubblico ufficiale Antonino Salvatore Zappalà, l'uomo accusato di avere picchiato la suocera provocandone la morte. Il 44enne dovrà comparire davanti alla Corte di assise di Latina il 13 gennaio prossimo. 

Teatro della morte della 70enne Nadia Bergamini un appartamento di via via Casorati a Latina dove la donna, invalida, viveva con la figlia e il compagno di lei Salvatore Zappalà: Il 15 gennaio scorso la figlia era rientrata a casa e aveva trovato la madre agonizzante e con chiari segni di lesioni da trauma: nell'abitazione c'era soltanto il genero che non aveva saputo fornire spiegazioni su quanto accaduto. La 70enne era stata trasportata in ospedale dove era stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico per rimuovere un vasto ematoma cerebrale, ma per lei non c’era stato nulla da fare e il suo cuore e dopo qualche ora era deceduta.

Zappalà era stato condotto in Questura e sin da subito erano emersi gravissimi indizi di colpevolezza nei suoi confronti: avrebbe percosso la donna, sino a farla rovinare per terra, procurandole così le gravi lesioni che poi ne avrebbero causato la morte.Per lui era stato quindi disposto l'arresto.

Questa mattina l'uomo è comparso davanti al giudice per l'udienza prelimnare del Tribunale di Latina Pierpaolo Bortone al quale la difesa, rappresentata dall'avvocato Alberto Messina, ha chiesto per l'imputato una perizia psichiatrica finalizzata a stabilire la sua capacità processuale ma il gup ha respinto l'istanza e disposto il rinvio a giudizio di Zappalà di fronte alla Corte di assise. Le due figlie della Bergamini, assistite dagli avvocati Antonio Orlacchio, Marta Censi e Leonardo Palombi, si sono costituite parte civile.

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