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Cronaca

Omicidio Vaccaro: catturato Peruzzi, era latitante da sette mesi

Il 26enne, condannato in primo grado a 16 anni per la morte del ristoratore ucciso tre anni fa al parco Europa, è stato rintracciato e arrestato in un residence ad Ardea. "Me lo sentivo", ha confessato ai poliziotti

Preso. Dopo sette mesi di latitanza, Paolo Peruzzi è stato scovato e arrestato. Venti poliziotti ieri notte hanno circondato il villino di un residence di Colle Romito, frazione di Ardea.

E’ terminata così la fuga del  26enne, condannato in primo grado a 16 anni di reclusione per l’omicidio di Matteo Vaccaro, il ristoratore ucciso tre anni fa al parco Europa, delitto di cui risponde in concorso con altri cinque giovani. Grazie a una perizia, che lo dichiarava incompatibile con il regime carcerario, per le sue condizioni psichiche compromesse, Peruzzi aveva ottenuto gli arresti domiciliari nella sua abitazione di Latina, da dove il 29 luglio scorso, a quindici giorni dalla sentenza, si era allontanato facendo perdere le tracce.

Non si conoscono al momento le prime fasi della sua latitanza, sono ancora da ricostruire gli spostamenti compiuti grazie al sostegno di altre persone. Quello che è certo, fino ad ora, è che dal 13 dicembre scorso Peruzzi ha preso in affitto una bifamiliare con un nome fittizio, per seicento euro al mese, dove viveva insieme ai suoi due boxer e dalla quale usciva raramente.

Teneva sempre la luce spenta per paura di essere notato, lasciava solo la tv accesa. Quando gli agenti della prima sezione della squadra mobile hanno fatto irruzione nel villino, non ha reagito, non ha opposto alcuna resistenza. “Me lo sentivo, da un paio di giorni avevo la sensazione di essere stato individuato”, ha confessato ai poliziotti.

Un aspetto dimesso, provato da quella latitanza che diventava sempre più complicata, ora è tornato nel carcere di via Aspromonte. La svolta alla indagini condotte dalla polizia, è arrivata nelle ultime ore. La certezza che non si fosse allontanato gli agenti l’hanno maturata all’esito degli accertamenti tecnici: gps piazzati sotto le auto che le persone a lui vicine utilizzavano per recarsi ad Ardea, e grazie ai riscontri dei tabulati telefonici. Le indagini, prima condotte dai carabinieri, erano state affidate dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano alla polizia circa un mese fa.

Incrociando le chiamate tra un’utenza telefonica che una persona vicino a lui aveva attivato a nome di un altro per poterci comunicare, e una delle sei schede che lo stesso Peruzzi aveva in possesso, tutte intestate a cittadini comunitari ed extracomunitari, la polizia è arrivata a rintracciarlo.

La conferma, che il 26enne si trovasse in quel residence, è arrivata grazie alle verifiche svolte sull’agenzia immobiliare, contattata per affittare il villino sempre da una delle persone che lo ha assistito nella latitanza.

Peruzzi quindi, non ha fatto tutto da solo, è stato aiutato costantemente, anche se al momento, nessuno è indagato per favoreggiamento. In casa gli agenti hanno anche sequestrato, oltre a due cellulari e sei schede, quindici grammi di marijuana, che evidentemente erano per uso personale.

Altro elemento di conferma è arrivato da una testimonianza: il 26enne ieri pomeriggio, attorno alle tre, era uscito con i suoi cani per comprare le sigarette, una persona lo ha riconosciuto nella foto mostrata dagli agenti della "catturandi". A ricostruire le fasi operative dell'azione il capo della squadra mobile Tommaso Niglio.

Nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina, il Questore Alberto Intini ha voluto sottolineare “l’importanza di questa operazione, non solo sul piano giudiziario, ma anche dal punto di vista della sicurezza percepita da parte della collettività, relativamente a quella convinzione che chi sbaglia paga, che a una condanna segue una pena certa”.

“In questi casi - , ha proseguito Intini - , i familiari delle vittime subiscono una doppia lesione, quella della perdita del proprio caro e il non vedere assicurato alla giustizia l’autore”.

Soddisfazione è stata espressa anche dal procuratore aggiunto Nunzia D’Elia che ha voluto sottolineare “l’importanza di questo risultato collegato a un fatto che ha sconvolto la cittadinanza, e soprattutto il mondo dei giovani. L’evasione di Peruzzi – ha commentato – ha scosso gli animi non solo della famiglia della vittima, ma dell’intera città. Le indagini sono state condotte con uno sforzo investigativo non indifferente, con determinazione e professionalità”.

“Massima collaborazione e partecipazione tra la Procura e le forze di polizia – ha spiegato il sostituto procuratore Giuseppe Miliano, titolare del fascicolo – per questa indagine condotta cogliendo diversi spunti anche grazie ad attività tecniche sofisticate”. 

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