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Cronaca

Operazione Arpalo: dopo il suicidio di Censi ecco i messaggi ritrovati nel cestino

Erano appunti scritti e poi gettati durante una conversazione dell'avvocato con l'indagato Fabrizio Colletti. Risalgono forse a pochi giorni prima del suicidio

C'è ancora un'indagine aperta sul suicidio dell'avvocato Paolo Censi avvenuto il 23 dicembre del 2015 nel suo studio legale di Piazza Buozzi, di fronte al tribunale. Le ragioni del gesto estremo restano ancora un mistero. Quel che appare certo è che Censi fosse il legale di Paola Cavicchi e del figlio Fabrizio Colletti e che tutti fossero a conoscenza dell'indagine che era stata già avviata da Guardia di Finanza e Squadra mobile sulle società svizzere e sul giro di riciclaggio di denaro.

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A conferma di questo ci sono appunto le carte sequestrate nel suo studio: una serie di fogli strappati, recuperati dalla polizia scientifica e poi pazientemente ricomposti. Erano appunti scritti su carta durante una conversazione con Coletti, avvenuta evidentemente appena pochi giorni prima del suicidio, quando entrambi già sapevano che avrebbero potuto essere ascoltati. E' quanto emerge dall'inchiesta Arpalo, che ieri ha portato a 13 ordinanze di custodia cautelare per associazione a delinquere anche a carico di Pasquale Maietta e della sua socia Paola Cavicchi.

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Nei fogli compaiono nomi, cifre, reati: "Evasione", "Riciclaggio", "Cfr house", "Cavicchi". E ancora: "Maietta 10 anni", "Colletti", "Allegretti 5 anni", "Reati fiscali", "frode", "associazione a delinquere". Si arriva quindi anche ad ipotizzare le possibili pene per eventuali condanne per i reati contestati. Gli investigatori precisano che il ruolo di Censi era esclusivamente quello di legale della famiglia. Colletti, a quanto si apprende, fu uno dei primi a raggiungere lo studio di Censi dopo la notizia del suicidio. Nelle pagina dell'ordinanza emerge la preoccupazione di Maietta a Colletti per quanto accaduto: "Tieni su la baracca Fabrì, mi raccomando", aggiungendo poi che tutto si sarebbe risolto. 

Le richieste di rogatoria internazionali per indagare suile società svizzere era già state avanzate prima della tragedia, ma il ritrovamento nello studio dell'avvocato di questi messaggi spinge gli investigatori ad accelerare e offre un quadro più chiaro circa il livello di coinvolgimento degli indagati. I documenti raccolti in Svizzera e la ricostruzione dei flussi di denaro da riportare in Italia hanno poi fatto il resto, consentendo di inchiodare i responsabili dell'associazione a delinquere e di smantellare l'organizzazione.

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