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Cronaca Gaeta

Operazione Golfo, camorra in pianta stabile all’Aeneas’ Landing

Lo stabilimento balneare di Gaeta finito nella rete della criminalità organizzata. I Bardellino erano diventati i padroni della struttura a suon di minacce verso il titolare

Indiscrezioni dalle indagini sul clan Bardellino di Formia, dimezzato dagli arresti messi a segno ieri durante l’operazione Golfo, che ha visto l’impegno congiunto delle forze dell’ordine di Roma e Latina.

Sembra, infatti, che il gruppo camorristico, espressione dei Casalesi nel sud Pontino, esercitasse la propria pressione nei confronti di piccoli imprenditori e commercianti della bassa provincia e che in particolare la facesse da padrone nel noto villaggio turistico Aeneas’ Landing di Gaeta, anche lui finito tra i tentacoli della criminalità organizzata.

Con la solita pratica delle minacce, perpetuate questa volta al proprietario della lussuosa struttura Vincenzo Zottola, presidente di Confcommercio e Camera di Commercio di Latina, Angelo e Calisto Bardellino, insieme anche a Carmine Iovine, erano riusciti ad entrare in pianta stabile nel villaggio, così come ad imporre la presenza di amici e parenti. Estorsioni fatte in silenzio, favoritismi ottenuti senza neanche chiedere, presi con la forza. Pare infatti, che i rappresentanti del clan camorristico partecipavano ad eventi, cerimonie o inaugurazioni, consumavano senza pagare, erano liberi di entrare e accedere alla struttura senza alcun limite, al di là di ogni controllo o permesso. Non è un caso se a capo del servizio di sicurezza figurava Vincenzo Tonziello, cugino di Nicola Schiavone.

Mai nessun no, quindi, dal titolare dello stabilimento, mai nessun tentativo di opposizione, tutto veniva lasciato fare per paura. Mai nessuna parola nemmeno con le forze dell’ordine a cui non è arrivata una sola denuncia ufficiale da parte degli imprenditori o commercianti finiti nella rete della camorra. Silenzio anche dallo stesso Zottola che, invece, nei prossimi giorni dovrebbe essere ascoltato dagli investigatori come parte offesa.

Nessuna parola quindi dalle vittime, ma tante sono quelle venute fuori dalle intercettazione ascoltate e che hanno dato il via all’operazione “Golfo” dei finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Roma, della Guardia di Finanza e degli agenti della squadra mobile della Questura di Latina che ha portato agli 8 arresti di ieri e al sequestro di beni per circa 8,5 milioni di euro.

I sigilli, tra le altre cose, sono scattati anche per un ristorante sull’isola di Ponza, il “Rosso Sapore”, che Angelo Bardellino aveva voluto aprire e affidato a Pasquale e Raffaele Carbone.

Intanto oggi pomeriggio sarà interrogato Calisto Bardellino che comparirà davanti al Gip.

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