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L'indagine

Operazione Status quo: il tabaccaio gambizzato per vendicare la madre dei Travali

Nell'ambito dell'operazione "Status Quo" sono stati arrestati per l'agguato del 2014 ai danni del titolare dell'esercizio di via dei Mille, Angelo Travali e Mohamed Jandoubi

Arriva dopo otto anni la chiusura del cerchio su uno degli episodi di fuoco che riguardano il capoluogo pontino. Era agosto del 2014 quando, in una escalation di attentati, viene gambizzato Marco Urbani, che era titolare della tabaccheria all'angolo tra via dei Mille e viale Vittorio Veneto, in pieno centro a Latina. Ora per quell'episodio vengono arrestati in due, il mandante e colui che è considerato l'esecutore materiale dell'attentato. Sono rispettivamente Angelo Travali e Mohamed Jandoubi, arrestati ieri, 20 aprile, nell'ambito della stessa operazione "Status quo" che ha portato in carcere altri componenti del gruppo Travali che gestivano lo spaccio di droga ai palazzoni di viale Nervi.

Il gip Roberta Conforti che ha firmato l'ordinanza ricostruisce la fitta trama criminale, che trova riscontro anche nelle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Agostino Riccardo. Angelo Travali, già in carcere perché arrestato in precedenza nell'operazione Reset, risponde di lesioni aggravate dalla premeditazione e da modalità mafiose, mentre a Mohamed Jandoubi, allora compagno di Valentina Travali, viene contestato anche lo spaccio di stupefacenti.

Per il gip la gambizzazione di Marco Urbani maturò nell'ambito di una vendetta. "L'azione - scrive il magistrato - era finalizzata a punire 'l'infame' che aveva denunciato la Di Silvio, madre di Travali", denunciata per estorsione proprio dal tabaccaio. Bisognava insomma "ristabilire l'ordine violato, ossia riaffermare il potere, anche intimidatorio, del gruppo". E per configurare l'aggravante del metodo mafioso non è necessaria una minaccia plateale. Il ferimento di Urbani era stato dunque attuato "avvalendosi della forza intimidatrice della appartenenza di Travali all'associazione a delinquere facente capo a Costantino Cha Cha Di Silvio e ai fratelli Angelo e Salvatore Travali e dalla condizione di assoggettamento e omertà derivante dalla riserva di violenza costituente patrimonio principale delle associazioni".

La gambizzazione è stata compiuta per il gip con le "tipiche modalità degli agguati di stampo mafioso": "l'azione, premeditata, era avvenuta sotto il controllo di una vedetta incaricata di segnalare l'eventuale arrivo delle forze dell'ordine". Era stato utilizzato uno scooter rubato, poi ritrovato abbandonato per strada dopo l'esplosione dei colpi, e l'agguato era stato consumato in pieno giorno, "a dimostrazione del fatto - si legge ancora nelle pagine di ordinanza - che i responsabili non temevano la presenza di possibili testimoni, ritendo di poter contare sull'omertà dei presenti".

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