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Cronaca

Operazione “Super Bufala” del Nas di Latina, arrestati 9 veterinari

L'accusa è di aver omesso la corretta esecuzione delle profilassi contro la TBC per diversi allevamenti di bufale producendo anche documenti falsi; la truffa si aggira sui 200mila euro

Dalle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Nas di Latina, insieme a militari del comando provinciale di Frosinone, stanno eseguendo 9 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesse dal Gip del Tribunale di Frosinone, nei confronti di altrettanti dirigenti medici veterinari dipendenti Servizio Veterinario dell’Asl frusinate.

Per i veterinari l’accusa è quella di aver omesso la corretta esecuzione delle profilassi contro la TBC per diversi allevamenti di bufale, attestandone falsamente la regolare esecuzione e percependo dall’Asl gli emolumenti previsti, per danno erariale totale di circa 200mila euro.

L’indagine, condotta dal Nas laziale con la collaborazione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Latina e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone, è stata avviata lo scorso anno in seguito alla denuncia presentata da un allevatore di bubale che si era visto abbattere 106 capi perché diversi animali erano risultati positivi alla tubercolosi.

“La responsabilità della diffusione della malattia era da attribuirsi ad alcuni veterinari della locale Asl – si legge in una nota dei Nas di Latina -, i quali, intervenuti presso la struttura, avevano falsamente attestato l’esecuzione della prevista profilassi contro la TBC, di fatto mai effettuata”.

Partendo dalla segnalazione i militari hanno poi esteso gli accertamenti ad altri allevamenti, individuando i 9 veterinari che avevano più volte disatteso la profilassi contro la malattia, "non effettuandola ovvero svolgendola con modalità operative non idonee e radicalmente differenti dalle procedure previste dal Ministero della Salute, redigendo documentazione falsa che attestava la regolarità dell’attività svolta".

“I veterinari avevano comunque percepito illecitamente gli emolumenti previsti per il servizio – continua la nota -, truffando in tal modo il Servizio sanitario nazionale per circa 200mila euro e causando un concreto pericolo per la salute pubblica, poiché il latte delle bufale non sottoposte a profilassi era destinato all’uomo. Gli accertamenti sulla genuinità del latte, comunque svolti attraverso campionamenti ed esami analitici, hanno escluso ogni pericolo per la salute pubblica”.

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