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Cronaca

Pedofilia, adescavano minori online: denunce e perquisizioni a Latina

È di 24 indagati, tutti di erà compresa tra i 29 e i 54 anni, e 27 perquisizioni il bilancio dell'operazione della polizia postale di Udine che ha interessato diverse province italiane, tra cui quella pontina

Ha toccato anche la provincia di Latina l’operazione, denominata “Micione Mio”, della polizia postale di Udine che ha smantellato una community di pedofili operativa in tutta Italia. Sono 24 le persone denunciate, e 27 le perquisizioni eseguite.

Gli indagati, che avere adescato le minorenni in rete, si scambiavano i riferimenti di contatto e le convincevano a inviare loro filmati e foto a contenuto erotico, sono tutti di età compresa tra i 29 e i 54 anni, e tra di loro ci sono anche ultra65enni. Di professione sono impiegati, liberi professionisti, studenti, operai e pensionati.

I denunciati dovranno ora rispondere per reati commessi in danno di minori e, in particolare, di pornografia minorile, tentata e/o consumata violenza sessuale. Le perquisizioni, coordinate dal Centro Nazionale per il Contrasto alla pedopornografia on-line di Roma e dalla Sezione polizia postale e delle comunicazioni di Udine, hanno portato alla scoperta e al sequestro di un'ingente quantità di materiale informatico: 22 computer, 46 hard disk, 508 supporti Cd e Dvd, 46 pen drive usb, 50 telefoni cellulari e sim card, 11 memory card e documentazione varia ritenuta utile per il proseguimento delle indagini.

Le attività sono state eseguite, oltre che in quella di Latina, anche nelle province di Pesaro, Udine, Roma, Palermo, Caserta, Vibo Valentia, Brescia, Cagliari, Avellino, Monza e Brianza, Enna, Milano, Verbania, Lecce, Savona, Lucca, Forli' e Cesena, Genova, Torino, Bari, Verona e Benevento.

Le indagini sono partite all’incirca un anno fa, dopo la denuncia da parte dei genitori di una bambina di 12 anni proprio della provincia di Udine, e hanno permesso di individuare una rete di persone che adescavano le bambine mediante una community di Netlog e, dopo essersi scambiati i riferimenti, intrattenevano rapporti con loro attraverso Messenger, Skype e WhatsApp, acquisendo filmati e foto delle loro conversazioni in cam.

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