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Mercoledì, 24 Aprile 2024
In mare / Gaeta

Contrasto alla pesca di frodo: controlli e sequestri nelle acque del Golfo di Gaeta

L’attività della Guardia Costiera tra Formia e Gaeta: rinvenute e sequestrate 37 nasse per polpi e una rete da imbrocco della lunghezza di circa 50 metri

Controlli e sequestri nelle acque del Golfo di Gaeta da parte della Guardia Costiera nell’ambito delle attività di contrasto alla pesca marittima praticata con attrezzi illegali. Negli ultimi giorni, in questo senso, sono state intensificate le verifiche sulle condotte scorrette poste in essere da pescatori non professionali che, in spregio alla normativa di settore sulla pesca sportiva, utilizzano reti da imbrocco e altri strumenti da posta non autorizzati.

Nello specifico nella scorsa settimana nelle acque antistanti la località di Gianola a Formia, ad una distanza di circa un miglio dalla costa, il personale militare della motovedetta CP 724 ha individuato, recuperato e sequestrato 37 nasse per polpi; si tratta di strumenti artigianali costituiti da tubi in pvc del tutto sforniti di autorizzazione e privi, inoltre, di qualsiasi segnalamento marittimo, quindi anche pericolose per la navigazione.

Nella mattinata di ieri, invece, la motovedetta CP 724, al rientro da una missione di vigilanza ambientale e campionamento di acque marine svolta congiuntamente con i tecnici dell’Arpa Lazio, a seguito di segnalazione giunta alla sala operativa della Capitaneria di porto di Gaeta, ha recuperato dal mare, con l’aiuto di un operatore subacqueo professionista, e posto sotto sequestro una rete da imbrocco della lunghezza di circa 50 metri, posizionata a non più di 150 metri dalla battigia in località Serapo a Gaeta. Anche in questo caso lo strumento da pesca sottoposto a sequestro amministrativo oltre che abusivo è risultato pericoloso in quanto non segnalato e, quindi, non visibile in alcun modo per i fruitori di quello specchio acqueo.

“L’azione di contrasto verso tali fenomeni - spiegano dalla Capitaneria di Porto - costituisce uno dei target istituzionali della Guardia Costiera, in quanto è volta alla repressione di condotte che mettono a rischio più interessi pubblici, quali il corretto, regolato e sostenibile sfruttamento delle risorse ittiche, ma anche la tutela dell’ambiente marino danneggiato da simili condotte, e, non ultima, la salvaguardia dell’attività degli operatori professionali della pesca che, nel rispetto delle norme di settore, utilizzano solo strumenti autorizzati e regolamentari”.    

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