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L'inchiesta / Ponza

Fiumi di droga a Ponza, un indagato intercettato: "Alziamo 5.000 euro a sera"

L'ombra del giro di stupefacenti dietro la morte di Gianmarco Pozzi, deceduto in circostanze ancora da chiarire. La sorella parlò agli investigatori di un litigio avvenuto sull'isola

Alessio Lauteri ha "spacciato droga sull'isola di Ponza e poi, dopo il decesso dell'amico Jimmy, ha continuato a spacciare cocaina anche a Roma e lo ha fatto in modo continuativo, tanto è vero che in occasione di alcuni dialoghi intercettati si è vantato con un cliente del volume di affari". "Alziamo 5.000 euro a sera", che si traduce in un provento mensile di 150mila euro. Così scrive il gip nelle pagine di ordinanza che ha portato ieri, 25 maggio, all'arresto di 5 persone e a un obbligo di presentazione alla pg per altre tre. 

L'inchiesta condotta dai carabinieri della compagnia di Formia dopo la morte misteriosa di Gianmarco Pozzi ha fatto emergere un quadro inquietante: fiumi di droga che dalla Capitale raggiungevano l'isola pontina per la movida estiva, coinvolgendo nel giro di spaccio anche persone legate a "Jimmy", tra cui appunto Alessio Lauteri oltre a Vincenzo Pesce, gestore della discoteca Blue Moon. Il giovane Gianmarco si era trasferito sull'isola proprio per lavorare come buttafuori nel locale, ma insieme all'amico aveva acquistato dosi di cocaina a Roma per conto di Pesce, appena pochi giorni della sua morte.

Le circostanze del decesso restano ancora tutte da chiarire ma l'inchiesta condotta dai carabinieri apre inevitabilmente nuovi scenari. La sorella di Jimmy, arrivata a Ponza poco dopo aver appreso della morte del fratello, ascoltata dagli investigatori rileva per prima alcune ombre. "Durante la mia permanenza sull’isola ho avuto modo di conoscere Lauteri Alessio - racconta agli investigatori dell'Arma - che era un collega di mio fratello Gianmarco.Lunedì scorso (10.08.2020), come prima cosa sono andata alla caserma dei carabinieri dove mi hanno notificato l'avviso per l'autopsia e în tale circostanza è venuto in caserma Lauteri portando un trolley di grandi dimensioni di colore giallo che era quello di Gianmarco. Non ho assistito a quando la valigia è stata riempita, credo lo abbia fatto Lauteri. Solo al ritorno a Roma aprendo la valigia ho potuto costatare il contenuto della borsa e in particolare indumenti intimi, tre pata di scarpe, delle lenzuola, altri vestiti e la radiolina che Gianmarco utilizzava per lavorare. Mi è parso strano non trovare le ciabatte, né il suo portafogli che teneva sempre con sé, portandolo al collo, né la patente di guida. Mt è parso anche strano non trovare gli abiti del lavoro, cioè pantaloni di colore nero e una camicia bianca di lino a maniche corte. Non saprei dire se le scarpe che utilizzava per lavorare sono tra quelle che abbiamo trovato a casa. Durante la permanenza sull’isola ho anche incontrato altre persone che avevano avuto a che fare con Gianmarco". 

Dopo la morte del 28enne romano le voci sull'isola si rincorrono e arrivano anche alla sorella Martina: "Già prima del mio arrivo a Ponza ho sentito tante voci su quello che sarebbe potuto accadere. Tra le varie voci ve ne è una secondo la quale Gianmarco avrebbe litigato, al termine del lavoro al Blue Moon, verso le 03.80 - 04.30 del mattino di domenica, con delle persone segnalatemi essere o siciliane o napoletane, le quali cercavano informazioni da Gianmarco. Ho chiesto riscontro a Lauteri di questo, ma ha detto di non saperne niente. Aggiungo che durante la chiacchierata che abbiamo avuto nella stanza, Lauteri mi ha solamente detto che nelle sere prima, durante îl lavoro, Gianmarco aveva avuto una discussione con tale Marco Brinchi che è un ragazzo di Roma che ora è fidanzato con una ragazza di Ponza e per tale ragione ora lui è sull’isola. Le ragioni della discussioni sarebbero che questo Marco deve dare dei soldi a Vincenzo Pesce, ma non so se la circostanza sta vera".

Le indagini sull'omicidio intanto proseguono e non è ancora chiaro se quanto emerso nell'inchiesta legata allo spaccio sull'isola sia effettivamente legata alla morte di Pozzi.

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