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Cronaca Formia

Formia, il presidente del Coni Malagò visita i bambini Saharawi

Ieri l'incontro, insieme anche al sindaco Bartolomeo, presso il Centro di Preparazione Olimpica "Bruno Zauli" con i piccoli bambini africani ospiti della città grazie all'impegno dell'associazione "Formia-Saharawi"

Visita speciale ieri presso Centro di Preparazione Olimpica “Bruno Zauli” dove in mattinata è arrivato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ha incontrato i bambini Saharawi che si trovano in questi giorni a Formia.

A fare gli onori di casa il sindaco Sandro Bartolomeo che insieme a Malagò ha fatto visita alla delegazione di piccoli anche quest’anno ospiti della città grazie all’impegno della associazione “Formia-Saharawi”, la onlus presieduta dal professor Marcello Lucciola che dal 2003 lavora per dare ospitalità e cure ai minori provenienti da questo lembo martoriato di Sahara.

La delegazione, composta da dodici bambini ed un’accompagnatrice, è giunta a Formia il 29 giugno e ripartirà alla volta dell’Africa il prossimo 22 agosto.

“Ringrazio il presidente Malagò per la sensibilità dimostrata – commenta il Sindaco Sandro Bartolomeo – e i responsabili del CPO, il Direttore Davide Tizzano e il suo Vice Mario Di Nucci. I bambini ospiti della struttura provengono da una porzione di mondo estremamente difficile. Da quando il Marocco invase il Sahara occidentale, il popolo Saharawi vive in territorio algerino nei campi profughi allestiti nel deserto dell’Hammada, uno dei più inospitali della terra.

Da quasi 40 anni vivono senza patria, dimenticati dal mondo e dall’Europa che non li riconosce come Paese indipendente. Dal 2003 il Comune di Formia sostiene il progetto portato avanti con straordinaria tenacia ed umanità da Marcello Lucciola e dagli altri volontari dell’associazione.

Nel tempo il progetto è servito a dare assistenza a centinaia di bambini bisognosi di cure mediche ed interventi chirurgici. Visitare Formia, conoscere il mare, giocare nel verde di questo splendido impianto – conclude Bartolomeo - sono esperienze che non dimenticheranno. La speranza è che il popolo Saharawi possa presto uscire dall’isolamento per guadagnare condizioni di vita migliori”.
 

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