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Cronaca

Processo 'Scheggia': Gina Cetrone si difende, i Di Silvio insultano Pugliese

L'ex consigliera regionale, con il pentito in videocollegamento, ha negato rapporti con il clan per la campagna elettorale del 2016

E’ stata un’udienza dai toni accesi quella del processo a carico di Gina Cetrone, dell’ex marito Umberto Pagliaroli, di tre esponenti del clan Di Silvio: Armando e i figli Gianluca e Samuele, tutti accusati nell’ambito dell’operazione ‘Scheggia di associazione a delinquere finalizzata all’estorsione, atti di illecita concorrenza e violenza privata con l’aggravante delle modalità mafiose.

Davanti al Tribunale presieduto da Francesco Valentini, che in più di una occasione ha dovuto richiamare all’ordine e a moderare i toni, è stato ascoltato in videoconferenza il pentito Renato Pugliese che, interrogato dal pm Luigia Spinelli, ha ricostruito l’organizzazione del gruppo criminale di Campo Boario per poi soffermarsi sulle modalità con le quali il gruppo stesso ha collaborato alla campagna elettorale delle amministrative 2016 a Terracina che vedevano la Cetrone candidata. Il collaboratore di giustizia ha ribadito di averci partecipato insieme all’altro pentito, Agostino Riccardo, e di essere stato pagato da Pagliaroli 10mila euro per attaccare i manifesti e non farli coprire oltre che per la compravendita di voti.

“Ho incontrato Gina Cetrone tre o quattro volte nel suo ufficio - ha sottolinerato - e ho incontrato anche il marito”. Parole che hanno indotto l’ex consigliera regionale, presente in aula, a chiedere di rilasciare spontanee dichiarazioni come hanno fatto anche dopo di lei Armando Di Silvio e suo figlio Samuele, collegati dalle carceri dove sono detenuti.

“Non sono una delinquente e una mafiosa, ho passato cinque mesi in carcere senza avere commesso alcun reato – ha sottolineato piangendo la Cetrone – quella campagna elettorale non l’ho praticamente seguita tanto che ho preso solo 170 voti. Riccardo mi ha estorto qualche soldo per i manifesti dicendomi che doveva comprare da mangiare per sua figlia ma non ho mai speso tutti quei soldi. Pugliese non è mai stato nel mio ufficio”. Poi è stata la volta di Samuele Di Silvio. Anche lui, come il padre Armando poco prima, ha negato di essersi mai occupato di politica e campagne elettorali. “Pugliese è un bugiardo, a noi piace truffare, questo siamo, solo dei truffatori”.  Anche la difesa, con gli avvocati Lorenzo Magnarelli, Domenico Oropallo, Oreste Palmieri e Angelo Palmieri ha controinterrogato Pugliese chiedendogli conto di alcuni dettagli relativi ai suoi rapporti e alla sua frequentazione con la Cetrone e Pagliaroli e al coinvolgimento dei Di Silvio nella campagna elettorale. Poi l’udienza è stata aggiornata al 19 gennaio 2021.

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