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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Centro / Viale Giuseppe Mazzini

No al trasferimento del Vittorio Veneto, protesta di Blocco Studentesco

Blitz notturno del movimento di CasaPound. Striscioni sulla facciata della scuola contro il trasferimento per lavori. "Giù le mani dal Vittorio Veneto", "Noi qui staremo benissimo", gli slogan

Le voci che corrono velocemente circa il futuro dell’istituto Vittorio Veneto di Latina hanno gettato nell’allarme studenti, docenti e tutto il personale che opera nella struttura di viale Mazzini a Latina.

Secondo quanto deciso dalla Provincia di Latina l’istituto dovrebbe essere trasferito in un'altra sede – il Salvemini di viale Le Corbusier a Latina – per permettere una serie di lavori e di interventi di messa in sicurezza del plesso.

Decisione che non è stata vista di buon occhio da alunni e professori che non intendono lasciare, anche se temporaneamente, il Vittorio Veneto. Riunitosi in assemblea il personale dell’istituto ha manifestato delle perplessità circa il trasferimento proponendo la possibilità di effettuare gli interventi senza il trasloco in altra scuola, come di fatto sta accadendo con i lavori di rifacimento del tetto, di messa in norma dell’impianto elettrico e della pavimentazione, iniziati nel 2011.

E a sostegno del Vittorio Veneto, la più antica scuola superiore del capoluogo – è stata costruito nel 1936 – è sceso in campo anche CasaPound che, durante un blitz, nella notta ha affisso due striscioni sulla parete del plesso di viale Mazzini.

“Giù le mani dal Vittorio Veneto” “Noi qui staremo benissimo” gli slogan che campeggiano sulla facciata della struttura fissati dai militanti del Blocco Studentesco, movimento studentesco di CasaPound.

“È  la prima scuola secondaria di II grado nata a Latina, quasi contemporaneamente con la fondazione della città inaugurato il 1936 prendendo il nome dal luogo simbolo della vittoria al termine della prima guerra mondiale - afferma in una nota Stefano Aversa responsabile pontino del movimento -. Solo questo piccolo resoconto storico dovrebbe farci capire cosa rappresenta l'istituto per la città e soprattutto per gli studenti che ne fanno e che ne hanno fatto parte. E’ il simbolo della città che da palude diventa polo culturale e sociale e noi ci schiereremo in prima linea con studenti, professori e personale per difenderlo da insensate chiusure.”

LE DICHIARAZIONI DI CHIARATO

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