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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Sequestrato e ucciso a colpi di pistola, il corpo gettato in un pozzo

È stato ritrovato in un cisterna a Olmobello nella notte il corpo senza vita del 28enne romeno sequestrato l'8 marzo e poi giustiziato. L'uomo avrebbe voluto far prostituire una ragazza. Fermati tre giovanissimi

È una storia dai contorni ancora tutti da chiarire ma particolarmente inquietanti quella che ruota intorno al rapimento e all'uccisione dell’uomo di 28 anni di nazionalità romena residente a Formello, sequestrato sabato scorso a Borgo Sabotino e ritrovato senza vista questa mattina in un pozzo nell’agro di Cisterna nella zona di Olmobello.

Una storia, condita da una violenza inaudita che ha portato al fermo di tre giovanissimi, due fratelli di Latina - un 18enne e un 15enne - e un altro 18enne di nazionalità romena residente ad Ostia, e che, secondo quanto emerso dalle indagini della squadra mobile di Latina diretta da Tommaso Niglio, e coordinate dal pm Gregorio Capasso, affonderebbe le radici in un giro di prostituzione.

IL RAPIMENTO E IL DELITTO – Tutto inizia sabato 8 marzo quando Nicolas Adrian Giuroiu viene rapito a Borgo Sabotino: mentre è in auto con una ragazza, viene speronato da un’altra vettura e fatto fermare; vengono esplosi alcuni colpi di pistola, il 28enne viene ferito e costretto a salire nell’auto dei suoi sequestratori. Di lui si perdono le tracce fino a questa notte quando, grazie ad una serie di accertamenti e un’indagine serrata andata avanti senza sosta, il suo corpo senza vita viene ritrovato nelle campagne di Cisterna dalla polizia. Stando ai primi accertamenti lo straniero sarebbe stato ucciso la sera stessa del suo rapimento, raggiunto da una decina di colpi di pistola, poi avvolto in una coperta, e legato a dei pesetti e il corpo gettato nella cisterna dove è stato ritrovato dagli uomini della mobile.

I FERMI – Tre le persone fermate, tre giovanissimi considerati i presunti responsabili non solo del sequestro del 28enne, ma anche del suo omicidio e dell’occultamento del cadavere. Uno di loro, il 18enne di nazionalità romena, è stato trovato in un’abitazione a Tor San Lorenzo a cui gli uomini diretti dal dottor Niglio sono arrivati grazie ad una serie di attività di natura tecnica. A Latina invece sono stati fermati gli altri due ragazzi.  

IL SEQUESTRO DI ARMI E DROGA – Forse quello che maggiormente colpisce in questa storia è la ferocia e l’escalation di violenza non in linea con gli episodi che si sono verificati e rispetto a quello che è il fatto stesso, come ha spiegato il capo della Mobile Niglio. Durante gli accertamenti della polizia, gli agenti in una cantina di pertinenza dei fermati e in un giardino a Borgo Sabotino hanno scoperto e sequestrato due armi (un revolver e una 9x19), diverse munizioni, in un numero tale da poter far pensare che i ragazzi avessero una particolare familiarità con le armi e che potessero anche reiterare questo tipo di reato, insieme a 30 grammi di cocaina e 100 di marijuana.

IL MOVENTE – Secondo i primi accertamenti della polizia, l’uomo sarebbe stato prima sequestrato e poi ucciso perché nelle sue intenzioni c’era la volontà di far avviare alla prostituzione una giovane di nazionalità romena, ex fidanzata di uno dei fermati e la stessa che era in auto con la vittima al momento del sequestro, insieme ad altre ragazze. Alla base di tutto, quindi, ci sarebbe la volontà di questa ragazza di affrancarsi dall’attività a cui doveva essere costretta, a cui poi ha fatto seguito questa violenza sconsiderata. Una tesi, comunque, su cui la polizia sta ancora indagando. Stando agli elementi raccolti il 28enne prima avrebbe promesso alla giovane di farla tornare in Romania, per poi in un secondo momento cercare di portarla con sé a Roma per avviarla alla prostituzione.

LE INDAGINI – Come precisato durante la conferenza stampa dal capo della squadra mobile, le indagini non si fermano a questo punto e andranno avanti, non solo per fare piena luce sul movente ma anche per chiarire se ci sono altre persone coinvolte.

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