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Cronaca

Emergenza rifiuti, Comune di Latina: “Ricorso contro il decreto Clini”

Il sindaco Di Giorgi e l'assessore all'Ambiente Cirilli hanno spiegato i motivi della loro opposizione al decreto del ministro: "Pronti anche a bloccare il conferimento in discarica"

Il Comune di Latina ha ribadito ancora una volta il suo no ai rifiuti romani. Durante una conferenza stampa questa mattina il sindaco, Giovanni Di Giorgi, e l’assessore all’Ambiente, Fabrizio Cirilli, hanno spiegato i motivi della loro forte opposizione al decreto che nel pomeriggio di ieri durante un vertice a Roma, è stato illustrato dal ministro Corrado Clini.

Due le strade che a questo punto potrebbero essere intraprese dall’amministrazione comunale: in prima istanza un ricorso contro un decreto che di fatto non risolverebbe il problema, fino anche ad azioni più estreme: “nel caso in cui le nostre richieste non venissero ascoltate saremo disposti anche a bloccare i camion per il conferimento in discarica, con il solo obiettivo di tutelare le comunità pontine” hanno dichiarato Di Giorgi e Clini.

Ma quali sono i punti che non vanno giù all’amministrazione? Secondo Di Giorgi e Cirilli il nodo centrale ruoterebbe tutto intorno al mancato chiarimento da parte del ministro all’Ambiente Clini sul futuro dei rifiuti dopo il pretrattamento. Come spiegato da Clini, infatti, i rifiuti della capitale dovrebbero giungere nelle altre province solo per essere trattati salvo poi fare ritorno a Roma, ma “sul decreto – spiega Di Giorgi – non viene specificato che i residui dei rifiuti pretrattati tornano poi a Malagrotta e se questo non avviene significa che verrebbero riversati nelle nostre discariche fino alla saturazione delle stesse”.

Gli fa eco anche l’assessore all’Ambiente Cirilli: “nel decreto non c’è nessun passaggio che spiega come i rifiuti una volta pretrattati ritornino a Roma e questo potrebbe significare che quei comuni che hanno accettato gli impianti di pretrattamento sul proprio territorio, perché insieme alla differenziata avrebbero portato a ridurre al minimo le discariche, si vedrebbero alla lunga penalizzati”.

Ma se le altre province del Lazio, e soprattutto per Frosinone, la preoccupazione è massima ed immediata, Latina pagherebbe le conseguenze dell’arrivo dei rifiuti romani solo in un secondo momento: nell’arco dei prossimo 6-18 mesi infatti, prima la Rida di Aprilia entrerà a pieno regime e poi verranno realizzati i due impianti nel capoluogo pontino di Ecoambiente  ed Indeco.

Da qui, quindi la necessità di ribadire la volontà di non accettare un provvedimento se questo non garantirà che il residuo dei rifiuti della capitale non finirà nelle discariche pontine.

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