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Cronaca

Rifiuti, Legambiente: “Nuovi impianti di Tmb solo retorica”

Nota del Circolo Arcobaleno: "Inutili 'nuove' tecnologie per risolvere il problema dei rifiuti. La soluzione per una corretta gestione è sempre stata una sola, fino ad ora poco utilizzata: il porta a porta"

Anziché entusiasmarsi per quella che viene definita “una nuova fase sul fronte della gestione e trattamento dei rifiuti grazie alla realizzazione di impiantistica di nuova generazione per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti indifferenziati”, bisognerebbe puntare sul “porta a porta”. Questa la posizione assunta dal Circolo Arcobaleno di Legambiente di Latina in materia di rifiuti.

“Piuttosto che essere entusiasti e speranzosi per questa “novità” tecnologica, bisognerebbe prendere atto che la necessità di realizzare nuovi impianti di Tmb rappresenta una grande sconfitta per il territorio. A guardare, infatti, i dati relativi al potenziale di trattamento degli impianti esistenti ed osservando i valori percentuali della raccolta differenziata del bacino provinciale, ferma al palo del 22%, ci si rende condo che la soluzione a tutti i mali derivanti dalla non corretta gestione dei rifiuti è sempre stata una sola: la raccolta “porta a porta” mai attuata capillarmente nel Capoluogo e solo parzialmente o tardivamente avviata negli altri comuni della Provincia”.

“Quella di far credere che una tecnologia rappresenti il “deus ex machina” della corretta gestione dei rifiuti è, in ultima analisi, una retorica utile a stare sulla stampa ma che non aiuta certamente a migliorare la situazione - scrive il Circolo in una nota. La soluzione c'è già, lo ripetiamo. Si chiama raccolta “porta a porta”. Una soluzione che in un colpo solo contribuirebbe, non soltanto a ridurre la quantità di rifiuti indifferenziati da inviare al trattamento meccanico biologico, e quindi in discarica ed inceneritori, ma contribuirebbe a migliorare il decoro urbano, a ridurre il peso fiscale della tassa sui rifiuti determinando un flusso economico positivo per i comuni, a creare posti di lavoro necessari nelle operazioni di raccolta e, non ultimo, creare le condizioni per lo sviluppo per le filiere industriali di recupero e lavorazione della materia prima seconda”.

“Affermare che contemporaneamente alla realizzazione di nuovi impianti, se pure tecnologicamente avanzati, si debba partire con la raccolta differenziata spinta è una contraddizioni in termini - prosegue la nota - poiché chiunque gestisca un Tmb sarebbe messo in difficoltà da un progressivo aumento della raccolta differenziata ed una contemporanea diminuzione della frazione indifferenziata da trattare. Di conseguenza, nello scenario previsto per legge di una raccolta differenziata almeno al 65%, potrebbe succedere che una volta realizzati gli impianti, per sostenerne i piani di ammortamento, i gestori facciano pressioni sulla classe politica in Regione affinché arrivino nella Provincia di Latina i rifiuti da altre provincie, come quella di Roma, contravvenendo, così, al principio di prossimità sancito per legge”.

“La crisi nel sistema di gestione dei rifiuti, non nasce dal nulla - concludono dal Circolo di Legambiente -, ma da scelte sbagliate, anche molto recenti, che, ad esempio, sul Comune di Latina hanno portato ad investire sulla raccolta stradale e non sul “porta a porta”. A tal proposito speriamo che presto venga pubblicata la gara per l'affidamento del servizio di raccolta “porta a porta” così come annunciato dall'Amministrazione comunale. Intanto, dalla Regione Lazio, dovrebbero arrivare messaggi non contraddittori in materia”.

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