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Cronaca

Rifiuti, Tar boccia il piano regionale: la soddisfazione di Cusani

Il Tar accoglie il ricorso della Provincia; il presidente: "Così si ferma il disegno politico di far diventare le province le pattumiere del Lazio. Il piano regionale è tutto da rifare"

Ennesima tegola sulla questione rifiuti di Roma e del Lazio. Accogliendo un ricorso dei Verdi, appoggiato dalla Provincia di Latina, il Tar ha annullato il Piano di gestione dei rifiuti del Lazio approvato nel suo testo definitivo nel gennaio 2012. Per i giudici, tra l'altro, la Regione Lazio ha violato le direttive comunitarie.

La decisione dei giudici del tribunale amministrativo arriva così in un inizio d'anno davvero incandescente sul tema dei rifiuti; solo tre giorni fa il ministro Clini ha illustrato il suo decreto per superare l’emergenza individuando negli impianti del Lazio lo spazio per smaltire i rifiuti della provincia di Roma, decreto contro cui il Comune di Latina ha annunciato ricorso e che la stessa Provincia ha intenzione di impugnare.

Soddisfatto il presidente della Provincia Armando Cusani, il quale afferma che così si ferma "il disegno politico di far diventare le province le pattumiere del Lazio. Il piano regionale dei rifiuti è tutto da rifare".

Ora è da vedere se, e come, la decisione del Tar possa in qualche modo andare ad incidere sul decreto dello stesso ministro Clini.

LA NOTA DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA

Dall’incapacità di programmare, pianificare ed organizzare della regione Lazio al caos più totale. A nulla è valso, come prevedibile, l’intento riparatore del Ministro e del suo Decreto fresco di pubblicazione, atteso che proprio in queste ore il TAR del Lazio Sez. Prima ter, ha pubblicato la sentenza n. 121/2013 con la quale ha perentoriamente cassato, annullandolo, il piano di gestione dei rifiuti del Lazio.
Come sostenuto dal ricorso principale dei Verdi, supportato dall’intervento, e da autonomo ricorso della Provincia di Latina, i magistrati del tribunale amministrativo hanno accolto le doglianze argomentate dalla Associazione ambientalista e le puntuali ed articolate censure proposte dalla Provincia di Latina, ponendo nel nulla la pianificazione regionale, viepiù imponendo “alla Regione Lazio di istruire adeguatamente il nuovo procedimento e motivare congruamente le proprie scelte, tenendo conto di tutti gli elementi di valutazione a disposizione e, quindi, anche dei profili evidenziati dalla Provincia di Latina inerenti, in particolare: - la delimitazione degli ambiti territoriali ottimali sul territorio regionale; - l’esclusione di 5 Comuni (Gaeta, Catelforte, Spigno Saturnia, Minturno, Santi Cosma e Damiano) dall'ATO Latina e l’inclusione degli stessi nell'ATO Frosinone; - la circostanza che alla nota 21 relativa al paragrafo 7.1.1 del Piano (rubricato "La normativa regionale e l'individuazione degli ATO rifiuti nel Lazio") si legge: "21 Con disposizione di legge successiva, ed entro i tempi previsti, la Regione Lazio provvederà nell'attribuire le funzioni già esercitate dalle Autorità di cui all'art.202 del decreto legislativo n152 del 2006 a soggetto da definirsi."; - le risultanze del Piano della Provincia di Latina di cui alla deliberazione n. 71 del 30.9.1997 ed i successivi aggiornamenti, e la disciplina concernente la valutazione di incidenza in relazione all’influenza del Piano su siti della rete Natura 2000”.
La sentenza è di fondamentale rilevanza per tutto il territorio della Provincia di Latina, al di là del merito per l’acclarato annullamento del Piano regionale, quanto piuttosto per il riconoscimento esplicito ed incontrovertibile della correttezza delle valutazioni poste a fondamento delle scelte contenute nel Piano Provinciale approvato con Deliberazione n.71 del 30.09.1997 e mai riconosciute dalla Regione Lazio, che ancor più evidenziano la carenza pianificatoria e programmatoria del Piano regionale, il quale, oltre a non rispondere alle esigenze del territorio, come è palesemente evidente dallo stato emergenziale che si sta vivendo, non ossequia la normativa -come rilavato nelle 51 pagine della sentenza-, né tantomento i principi di matrice comunitaria, costatici una salata condanna.
La impietosa censura operata dal Tar, giunge provvidenziale altresì a fermare l’infelice iniziativa del Ministro all’Ambiente, che -sulla scorta di un Piano ormai carta straccia- ha ordito nei malcelati modi imperativi, un’azione riparatoria destinata a sortire gli stessi effetti del Piano, scontandone il medesimo peccato originale
”.

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