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Cronaca

Rifiuti tossici a Formia, presentata interrogazione parlamentare

Un tema caldo quello dei rifiuti tossici che preoccupa soprattutto all'indomani delle dichiarazioni dell'ex boss Schiavone. L'assessore Maria Rita Manzo assicura: "L'attenzione resta alta"

Interrogazione a risposta scritta presentata al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando dai deputati Filiberto Zaratti, Arturo Scotto, Alessandro Zan e Serena Pellegrino in merito alla questione dei rifiuti tossici a Formia.

Un tema scottante che interessa il sud pontino, e non solo, e che ha preoccupa in particolar modo i residenti di Penitro, soprattutto all’indomani delle rivelazioni dell’ex boss dei casalesi Carmine Schiavone.

Dichiarazioni in seguito alle quali l’assessore formiano Maria Rita Manzo aveva promesso il massimo impegno, garantendo anche il coinvolgimento degli organi nazionali “perché aiutino Formia e l’intero territorio a far luce sugli scenari inquietanti spalancati dalle dichiarazioni del pentito”.

“Questa amministrazione – ha spiegato l’assessore alle Politiche Ambientali – non ha alcuna intenzione di mollare la presa. Abbiamo sostenuto la concertazione tra i Comuni del territorio e partecipato alla delegazione di sindaci che ha fatto visita al procuratore di Santa Maria Capua Vetere proprio per raccogliere elementi di chiarezza sulla vicenda dei rifiuti interrati e sull’eventuale coinvolgimento di questo territorio.

Abbiamo chiesto risposte definitive sull’indagine in corso raccogliendo segnali tranquillizzanti ma non intendiamo fermarci a questo. Proprio al fine di accumulare ulteriori elementi di conoscenza, abbiamo sollecitato i nostri parlamentari di riferimento affinché promuovessero un’iniziativa di trasparenza e portassero Formia al centro dell’attenzione nazionale. La politica s’è mossa. Attendiamo ora di conoscere la risposta del ministro”.

IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE

Al Ministro dell’Ambiente, della tutela del Territorio e del Mare
Per sapere,
premesso che:
-    le dichiarazioni del pentito di camorra Carmine Schiamone, rilasciate nel corso di alcune interviste concernenti lo sversamento e l’interramento illegale di rifiuti di ogni genere, anche tossici e nocivi, hanno suscitato timore e sconcerto nelle comunità locali del basso Lazio;
-    dalla desecretazione del verbale della Commissione bicamerale d’inchiesta presieduta all’epoca dall’on. Massimo Scalia viene sostanzialmente confermato quanto affermato dallo Schiavone nelle varie interviste. Si riferisce tra l’altro della presenza a Formia di un deposito illegale di alcune migliaia di fusti e che, nell’aprile del 1997, all’interno dell’ex cava di Penitro, sita nel territorio del Comune di Formia, furono rinvenuti fusti di rifiuti speciali, con il conseguente sequestro dell’area. Sempre nelle campagne di Formia si fa riferimento alla presenza di un deposito illecito di rifiuti pericolosi;
-    a distanza di anni e a seguito delle dichiarazioni di Schiavone, quel rinvenimento ha creato grande allarme e preoccupazioni nella comunità di Formia e del basso Lazio;
-    le rivelazioni pur a circa vent’anni di distanza, inquietano e preoccupano perché, se confermate, raccontano di un’ecomafia che avrebbe messo e mette in serio pericolo la vita delle comunità del basso Lazio;
-    se in passato, con riferimento al traffico e smaltimento illegale dei rifiuti che ha visto interessati anche i territori di cui in premessa e anche alla luce delle dichiarazioni di Schiavone, siano stati coinvolti i Prefetti, i Procuratori della Repubblica, e i vertici della Polizia e se siano state effettuate delle indagini e con quali esiti;
-    quali iniziative immediate si intendano adottare per verificare l’effettiva esistenza nel basso Lazio di depositi e smaltimenti illegali di rifiuti come affermato dal pentito Schiavone e conseguentemente se non si ritenga indispensabile monitorare, con le migliori e più aggiornate tecnologie disponibili e con la collaborazione dell’Arpa regionale e delle Asl, i territori oggetto dei probabili sversamenti, onde accertare, in prima istanza, gli eventuali luoghi oggetto di inquinamento e quindi procedere alla bonifica delle aree che risultassero contaminate e al controllo sanitario della popolazione e degli eventuali allevamenti
”.

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