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Cronaca

Imprenditore pontino in prigione in Africa, l’appello dei familiari

La madre, la sua famiglia, gli amici si rivolgono al Governo per liberare Roberto Berardi in carcere nella Guinea Equatoriale dal gennaio scorso in condizioni disumane. Aperta anche una pagina facebook

Lui è in carcere da nove mesi nella Guinea Equatoriale in condizioni inimmaginabili e ora arriva forte l’appello di aiuto da parte della mamma, della famiglia e dei suoi amici, che insieme a lui dallo scorso gennaio vive un incubo. Si tratta di un imprenditore pontino, Roberto Berardi, arrestato ad inizio anno nel piccolo paese africano, e ora rinchiuso in prigione, ma da Latina la sua famiglia e i suoi amici continuano a professare la sua innocenza e a denunciare le drammatiche condizioni in cui è costretto a vivere e chiedono aiuto al Governo per liberarlo.

L’appello accorato della donna, che per la prossima settimana ha annunciato anche una fiaccolata a Roma, arriva attraverso le pagine dei quotidiani locali, ma anche attraverso facebook dove anche gli amici hanno aperto un gruppo dal titolo “Liberiamo Roberto Berardi dal carcere della Guinea Equatoriale” per ribadire la loro richiesta di aiuto ma anche per sensibilizzare l’opinione pubblica.

Berardi, secondo quanto si apprende, è socio in affari con il figlio del presidente della Guinea Equatoriale, Theodorin O'Biang. Dopo aver riscontrato delle anomalie nelle movimentazioni sui conti dell’impresa, l’imprenditore pontino avrebbe chiesto dei chiarimenti, finendo arrestato processato e condannato a due anni e quattro mesi di reclusione.

La paura per la mamma di Berardi, per la sua famiglia, che non lo vede da oltre un anno, e per tutti i suoi amici è quella di non rivederlo più; l’uomo si trova in condizioni disumane, ha contratto la malaria ein più occasioni e sarebbe più volte stato picchiato.

LA LETTERA SCRITTA DA BERARDI E PUBBLICATA SUL GRUPPO FACEBOOK – “Temendo per la mia vita , scrivo nella speranza che qualcuno possa e voglia aiutarmi ad uscire da una situazione che mi vede protagonista e che mi ha portato, da incolpevole, ad
essere detenuto nelle carceri della Repubblica di Guinea Equatoriale ormai da 10 mesi senza nessun capo d’accusa e senza prove a mio carico..
Mi chiamo Roberto Berardi, ho 48 anni e ho passato metà della mia vita in Africa come imprenditore edile e costruttore strade. Ho vissuto in vari stati africani, e negli ultimi 2 anni in Guinea Equatoriale, dove ho fondato un’impresa, la Eloba Costruccion. Conoscendo le leggi Africane e avendo sempre fatto del mio meglio per rispettarle, anche qui mi sono adeguato alla consuetudine che vuole che ogni imprenditore sia associato con un partner locale, e nel mio caso è stato espresso l’interesse da parte del Sig. Teodoro Nguema Obiang Mangue, vice Presidente nonché figlio del Presidente, Teodoro Obiang Nguema Mbasogo. Ovviamente lusingato, abbiamo iniziato la nostra collaborazione. Col tempo mi sono stati affidati diversi appalti, per avviare i quali , nella maggior parte dei casi, ho fatto affidamento sulle mie forze economiche, contando poi di rientrare dei miei esborsi a pagamenti effettuati. Sembrava procedesse tutto bene fino a quando ho riscontrato delle anomalie contabili e movimentazioni sui conti di cui non sapevo nulla. In una discussione con il Sig. Vicepresidente, mio socio al 60%, ho chiesto chiarimenti, ottenendo come unico risultato quello di essere prelevato nella notte dalla mia casa, strappato alla mia famiglia e tradotto in carcere.
Accusato di furto, privato del passaporto, e sottoposto ad ogni genere di controllo, che peraltro non ha prodotto nessun addebito a mio carico e non ha riscontrato nessun comportamento scorretto o appropriazione indebita. Nonostante tutto, anche in assenza di accuse precise, vengo ancora detenuto, mi viene negata la possibilità di rientrare in Italia, e di rivedere i mie figli, ai quali manco da oltre un anno, privato di ogni sostegno economico, isolato dal mondo e privato di ogni contatto con l’esterno, senza poter ricevere cure mediche, e alimentazione insufficiente
”.

Del caso si è interessata anche la trasmissione televisiva di Rai3 "Chi l'ha visto?" che dovrebbe occuparsene nella prossima puntata in onda domani sera.

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