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Cronaca

Roberto Berardi è libero. Per oltre due anni in carcere in Guinea Equatoriale

Dopo oltre due anni di detenzione e una scarcerazione più volte rimandata, finalmente l'imprenditore pontino è libero e sta tornando in Italia. Nel primo pomeriggio previsto l'arrivo a Fiumicino

Roberto Berardi è libero e sta tornando in Italia. La notizia è stata ufficializzata nella notte da parte del Comitato che per oltre due anni ha combattuto duramente per la sua liberazione.

Secondo quanto si apprende l’imprenditore pontino, in carcere in Guinea Equatoriale dal gennaio del 2013, dopo oltre due anni di una disumana detenzione è stato liberato giovedì 9 luglio; nella serata di ieri è partito alla volta dell’Italia e per il primo pomeriggio di oggi è previsto il suo arrivo a Fiumicino.

Ad attenderlo fuori dal carcere quella sera del 9 luglio il vice-console italiano in Camerun Roberto Semprini e il console onorario italiano a Bata Massimo Spano. Berardi – secondo quanto riportato da Africa Express – ha trascorso la prima notte completamente insonne: “Ho passato tutta la notte a guardare le stelle in cielo, che bello!” ha commentato nel servizio televisivo andato in onda sulla televisione di Stato in Guinea Equatoriale in cui si spiegava come compiuta la pena detentiva a suo carico rimanesse pendente la responsabilità civile con l’imprenditore pontino che da sentenza avrebbe dovuto risarcire lo Stato -1,4 milioni di euro -. Al termine di un lunghissimo fine settimana di trattative nella mattinata di ieri anche la questione della responsabilità civile sarebbe stata così risolta.

LA MANCATA LIBERAZIONE DI BERARDI

Ora dopo circa due anni e sei mesi di detenzione - anche se la condanna per appropriazione indebita, praticamente senza un giusto processo, era stata di 2 anni e 4 mesi -, in cui è stato costretto a vivere in condizioni disumane, spesso in isolamento, durante i quali ha perso circa 40 chili e contratto più volte la malaria, Roberto Berardi può finalmente tornare a casa dalla sua famiglia e dai suoi amici che in questo lunghissimo e difficile periodo hanno lottato fino all’ultimo per la sua liberazione. "Temevo davvero che Roberto non uscisse vivo da quella prigione - ha affermato l'ex moglie - Si chiude un periodo per me e i miei figli di sofferenza e angoscia ma il primo pensiero è per Roberto e le sue condizioni di salute: al telefono e' felice ma molto provato"

“Berardi - ha commentato il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani di Palazzo Madama che ha sempre seguito da vicino la vicenda dell’imprenditore pontino - è stato liberato giovedì scorso, ma solo dopo aver avuto la certezza che Roberto fosse in viaggio per l'Italia, si è deciso di dare la notizia; questa storia si è protratta troppo, incredibilmente e immotivatamente, e se ora c'è un lieto fine il merito è dello stesso Berardi che ha resistito ad abusi e sevizie, della moglie Rossella e dei familiari che non si sono mai rassegnati, e di coloro che si sono mobilitati a favore del nostro connazionale. Molto si deve inoltre alla serietà e alla professionalità del nostro ambasciatore, Samuela Isopi, del corrispondente consolare Massimo Spano e di tutta la macchina della Farnesina", ha concluso Manconi.

AGGIORNAMENTI - Nel primo pomeriggio Roberto Berardi è arrivato all'aeroporto di Fiumicino dove ha potuto riabbracciare i suoi familiari e in particolar modo la madre che non ha mai smesso di lotatre e sperare di poter riportare suo figlio a casa. L'imprenditore pontino è sbarcato all'aeroporto di Roma scendendo da un volo in arrivo da Madrid intorno alle 14.30. Ad attenderlo anche il senatore Manconi. Dopo un primo incontro con i giornalisti è salito sull'auto che lo ha portato nella sua casa a Latina dove è arrivato intorno alle 16.40.

LE PAROLE DI ROBERTO BERARDI LIBERO

LA NOTA DI AMNESTY INTERNATIONAL - "Siamo davvero felici di sapere che la vicenda di Roberto Berardi si sta finalmente concludendo in modo positivo - commenta in una nota Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia. Solo la certezza che, dopo essere stato rilasciato la settimana scorsa, non si trovi più in Guinea Equatoriale e sia rientrato in Italia ci tranquillizza in tal senso. La felicità per il rilascio di Berardi - che condividiamo con lui, i familiari e il comitato che si era costituito per la sua scarcerazione - non deve fare dimenticare il fatto che egli è rimasto in carcere, in condizioni disumane, per oltre 900 giorni e che in quel periodo è stato sottoposto a maltrattamenti e torture. E non deve fare dimenticare neppure che, come Amnesty International denuncia e continuerà a denunciare, la Guinea Equatoriale, le cui autorità si sono accanite contro Roberto Berardi, è un paese nel quale avvengono violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani, di cui sarebbe importante che i media del nostro paese continuassero a riferire e le autorità di governo italiane tenessero opportunamente conto."


 

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