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Cronaca Sabaudia

Sangue infetto, risarcimento da quasi un milione di euro per un 54enne di Sabaudia

In corte di Appello rovesciata la sentenza di primo grado che aveva negato il risarcimento all'uomo che fra il dicembre 1978 e il febbraio 1979 aveva ricevuto trasfusioni durante il ricovero dal Goretti. Vent'anni dopo ha scoperto di aver contratto l'epatite C

Maxi risarcimento per sangue infetto ad un uomo di 54 anni di Sabaudia che fra il dicembre 1978 e il febbraio 1979 aveva ricevuto trasfusioni di sangue durante il ricovero dall'Ospedale Santa Maria Goretti di Latina, scoprendo 20 anni dopo di aver contratto l’epatite C. 

La Corte di Appello di Roma, infatti, ha rovesciato la sentenza di primo grado che aveva negato il risarcimento del danno al 54enne, assistito dall'avvocato Renato Mattarelli.

“La Corte d'Appello - spiega il legale in una nota - ha condannato il Ministero della Salute per non aver aver vigilato sugli errori commessi dal nosocomio durante le trasfusioni di sangue poi risultato infetto. Il copione della responsabilità dell'ospedale pontino e quindi anche del Ministero che aveva l'obbligo d vigilare sulla filiera delle donazioni-trasfusioni anche a Latina è sempre lo stesso: nonostante le conoscenze scientifiche del tempo (era già noto, dal dopoguerra , alla comunità scientifica internazionale il rischio di contagio da sangue per uso terapeutico) e nonostante le leggi esistenti, partire dal metà degli anni '60, imponessero precisi controlli sui donatori nessuno si è mai preso la briga di effettuarli con la conseguenza che si è verificata una massiccia veicolazione di virus patogeni come l'HIV e aids, l'epatite B e, come nel caso dell'uomo di Sabaudia, l'epatite C".

Il 54enne aveva contratto l'epatite C e solo dopo 20 anni dall'emotrasfusione aveva scoperto di essere stato contagiato “a seguito delle consuete analisi del sangue da cui erano emersi i valori elevati degli enzimi delle transaminasi come campanello di allarme di una sofferenza epatica.

La causa iniziata in primo grado nel 2007 - prosegue l’avvocato Matterelli - si è conclusa in secondo grado con la sentenza n. 599/2017 che ha condannato lo Stato a pagare all'uomo di Sabaudia 92mila euro ma anche la rivalutazione monetaria e gli interessi calcolati anno per anno dal 1978-1979 che fanno lievitare ad oggi la somma a circa 980mila euro”.

E' stata una battaglia durissima perché passata attraverso 2 gradi di giudizio e 2 tentativi di transazioni proposte dallo Stato poi mai concluse”. Il 54enne di Sabaudia era riuscito ad ottenere l'indennizzo previsto dalla legge 210/1992 in favore dei soggetti danneggiati da trasfusioni infette.

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