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Cronaca

Liste d’attesa, Simeone: “I dati confermano l’inefficienza del piano Zingaretti”

Il consigliere regionale pontino del Pdl commenta i dati allarmanti per Latina e il Lazio pubblicati dalla Uil Fpl: "Una voragine che non troverà soluzione nel piano Zingaretti"

Liste d’attesa per la diagnostica infinite nel Lazio e nella provincia di Latina. I dati riportati in ultima istanza dalla Uil Fpl di Roma aggiornati al mese di ottobre, secondo il consigliere regionale del Pdl Giuseppe Simeone sono allarmanti confermano i numeri e al tempo stesso riducono “al lumicino le speranze che il piano proposto dal presidente Zingaretti possa recuperare quello che si sta rivelando un buco nero per i cittadini e soprattutto la negazione del loro diritto alla salute”.

“La visita Endocrinologica – spiega Simeone - i cui tempi di attesa per legge non dovrebbero superare i 30 giorni, a Latina non si può neanche prenotare mentre nelle Asl di Roma l’attesa varia dai 70 ai 90 giorni circa. Per altri esami, poi, le liste sono completamente fuori controllo: per una gastroscopia, non ci sono disponibilità e a Latina come in altre Asl è necessario aspettare tra i 120 e i 300 giorni; per la colonscopia, al San Giovanni di Dio di Fondi si può fare solo a partire dai 240 giorni. Per l’Ecografia addome completo per la Asl Latina si parte da un minimo di 150 giorni ad un massimo di 330 al Don Luigi di Liegro di Gaeta. Ancora: per l’ecografia tiroide-paratiroide la situazione è addirittura drammatica, qui raggiunge l’anno di attesa l’ospedale Dono Svizzero di Formia. Non va meglio la risonanza magnetica: nessuna disponibilità per la Asl Latina così come in molte altre strutture della Regione”.

Una situazione che per il consigliere pontino del Pdl è diventata inaccettabile. “Il presidente, e commissario ad acta Zingaretti, deve immediatamente porre mano al piano recependo, lo ribadiamo nuovamente le proposte avanzate da Assotutela, le sigle sindacali e tutte le associazioni che ogni giorno vivono al fianco dei cittadini questa triste realtà. Dobbiamo trovare risorse per ampliare la disponibilità di medici e professionisti e smettere di ragionare secondo la logica dei tagli lineari e a tutti i costi. In gioco c’è la vita delle persone che non può essere messa a rischio per una incapacità di programmazione e di intervento da parte della Regione Lazio”.

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